Minoranze etniche in Cina

Minoranze etniche in Cina Minoranze etniche in Cina

Minoranze etniche in Cina

Principali Minoranze Etniche in Cina

  • La Cina riconosce ufficialmente 55 minoranze etniche oltre alla maggioranza Han, che rappresentano circa l’8,89% della popolazione totale del paese (oltre 1,4 miliardi di abitanti nel 2020).
  • Le minoranze più numerose includono gli Zhuang (circa 19,5 milioni), gli Hui (11,3 milioni), gli Uyghur (11,7 milioni) e i Miao (11 milioni), concentrate principalmente nelle regioni meridionali, occidentali e settentrionali.
  • Il governo cinese promuove politiche di uguaglianza, autonomia regionale e sviluppo economico per le minoranze, con trattamenti preferenziali come esenzioni dalla politica del figlio unico (ora abolita) e quote in ambito educativo e politico.
  • Tuttavia, esistono controversie significative: ricerche suggeriscono repressioni culturali e violazioni dei diritti umani, specialmente nei confronti di Uyghur e Tibetani, con accuse di detenzioni di massa e assimilazione forzata, anche se il governo cinese nega tali affermazioni definendole calunnie occidentali.
  • Le evidenze indicano una tensione tra preservazione culturale e integrazione nazionale, con opinioni divise: alcuni vedono progressi nello sviluppo economico, mentre altri evidenziano discriminazioni e rischi per le identità etniche.

Panoramica Demografica

La popolazione cinese è dominata dagli Han, che costituiscono circa il 91,9% del totale. Le 55 minoranze etniche sono distribuite in modo irregolare, con concentrazioni in aree autonome come lo Xinjiang (Uyghur) e il Tibet. La crescita demografica delle minoranze è stata più rapida grazie a politiche familiari più permissive, ma recenti misure in alcune regioni hanno ridotto i tassi di natalità. Per dettagli demografici aggiornati, consulta fonti come il censimento nazionale del 2020 su siti governativi cinesi o Wikipedia.

Politiche Governative

Il governo della Repubblica Popolare Cinese garantisce diritti uguali a tutte le etnie attraverso la Costituzione, promuovendo l’autonomia regionale in 5 regioni autonome, 30 prefetture e 120 contee. Queste politiche includono aiuti economici, preservazione linguistica e culturale, e rappresentanza politica sproporzionata rispetto alla popolazione. Esempi includono esenzioni fiscali e programmi di sviluppo per aree povere abitate da minoranze.

Controversie e Questioni di Diritti Umani

Su temi sensibili come lo Xinjiang e il Tibet, le evidenze suggeriscono restrizioni alla libertà religiosa e culturale, con rapporti di detenzioni arbitrarie e sorveglianza intensiva. Organizzazioni internazionali come Amnesty International e il Dipartimento di Stato USA hanno documentato casi di abusi, ma il governo cinese ribatte che si tratta di misure antiterrorismo e di sviluppo, negando qualsiasi violazione. È importante considerare prospettive multiple per un quadro equilibrato.


La Cina è uno stato multi-etnico unificato, composto da 56 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti, di cui 55 sono minoranze e uno è la maggioranza Han. Questa diversità etnica ha radici storiche antiche, risalenti a dinastie come i Qin e gli Han, dove le politiche di integrazione e “culturalizzazione” delle periferie erano già presenti. Dal 1949, con la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il governo ha adottato un modello influenzato dall’Unione Sovietica per classificare e gestire le etnie, basandosi su criteri come lingua distinta, territorio indigeno, economia comune e identità forte. Nel 1954 furono riconosciute 39 etnie minoritarie, salite a 55 entro il 1979 con aggiunte come i Jino e i Lhoba. Oggi, queste minoranze rappresentano circa l’8,89% della popolazione di Mainland China (dati del censimento 2020), con una crescita demografica più rapida rispetto agli Han grazie a politiche familiari più flessibili fino al recente allentamento della politica del figlio unico. Le minoranze sono concentrate principalmente nel sud, ovest e nord del paese, con solo il Tibet e lo Xinjiang che hanno una maggioranza di popolazione minoritaria.

Le politiche etniche del governo cinese, come delineate nella Costituzione e nella Legge sull’Autonomia Regionale Etnica del 1984, enfatizzano l’uguaglianza, l’unità, l’autonomia regionale e lo sviluppo comune. Queste includono trattamenti preferenziali come rappresentanza sproporzionata nel Congresso Nazionale del Popolo (circa il 14% dei deputati sono minoritari, superiore alla loro quota demografica), esenzioni dalla politica demografica (minoranze potevano avere 2-3 figli, o più in aree di frontiera), e libertà religiosa e linguistica. Ad esempio, la maggior parte delle minoranze pratica religioni come l’Islam (Hui, Uyghur), il Buddismo tibetano (Tibetani, Mongoli) o il Cristianesimo, con protezioni per moschee, templi e siti sacri. Economicamente, il Piano Quinquennale Nazionale (2016-2020) e iniziative successive hanno allocato fondi per lo sviluppo di aree minoritarie, con investimenti in infrastrutture, agricoltura e turismo, riducendo la povertà dal 12,4% nel 1995 al 6,9% nel 1998 in regioni autonome, e continuando con programmi come il dibao per il sostegno minimo al reddito. La preservazione culturale è promossa attraverso la raccolta di libri antichi (120.000 titoli), la protezione di epiche come il Gesar tibetano, e lo sviluppo di medicine tradizionali (127 ospedali etnici). Sport tradizionali, arti e festival come il Nadam mongolo o lo Shoton tibetano ricevono supporto statale.

Tuttavia, sotto la leadership di Xi Jinping, c’è stato un spostamento verso una maggiore assimilazione, con enfasi sulla “fusione etnica” e la sinizzazione delle religioni, per allineare le minoranze alle dottrine del Partito Comunista Cinese. Questo ha generato controversie, specialmente riguardo a violazioni dei diritti umani. Organizzazioni come Amnesty International, Human Rights Watch e il Dipartimento di Stato USA hanno documentato repressioni in regioni come lo Xinjiang e il Tibet. Per gli Uyghur, un gruppo turcofono musulmano di circa 11,7 milioni, le accuse includono detenzioni arbitrarie di oltre un milione di persone in campi di “rieducazione” dal 2017, sorveglianza di massa, sterilizzazioni forzate, lavoro coatto e distruzione di moschee. Il tasso di crescita demografica nello Xinjiang è crollato dell’84% tra il 2015 e il 2018 in aree uyghur, con rapporti di torture, abusi sessuali e separazioni familiari. Il governo cinese nega queste accuse, descrivendo i campi come centri di formazione professionale per combattere l’estremismo e il terrorismo, citando l’assenza di attacchi dal 2016 e accusando l’Occidente di diffondere menzogne per interferire negli affari interni. Similmente, per i Tibetani (7 milioni), le evidenze suggeriscono chiusure di scuole tibetane, detenzioni di attivisti come Tashi Wangchuk per promozione della lingua tibetana, e soppressione di proteste contro progetti idroelettrici che minacciano siti culturali. Il governo ribatte che queste misure promuovono stabilità e sviluppo, con investimenti in istruzione (tasso di alfabetizzazione in Tibet salito dal 5% al 81%) e salute (aspettativa di vita da 36 a 65 anni).

Altre minoranze affrontano sfide simili, anche se meno documentate. Ad esempio, i Mongoli interni lamentano erosione linguistica, mentre gruppi come i Miao e gli Yi beneficiano di programmi culturali ma affrontano povertà rurale. La risposta internazionale include sanzioni da USA, UE e Canada contro funzionari cinesi, divieti su importazioni da lavoro forzato, e risoluzioni parlamentari che definiscono le azioni in Xinjiang come genocidio. Tuttavia, paesi musulmani come Pakistan e Arabia Saudita rimangono silenti, priorizzando legami economici, e oltre 60 nazioni hanno supportato la Cina alle Nazioni Unite. Un rapporto ONU del 2022 ha concluso che le violazioni potrebbero costituire crimini contro l’umanità, ma la Cina lo ha respinto come “fabbricazione”.

Per una visione completa, ecco una tabella con l’elenco delle 56 etnie riconosciute, basata sul censimento 2020, inclusi nomi in pinyin, cinese, popolazione e regioni principali:

Nome Inglese Nome Pinyin Nome Cinese Popolazione 2020 Regioni Principali
Han Chinese Hànzú 汉族 1.284.446.389 Nazionale (maggioranza)
Zhuang Zhuàngzú 壮族 19.568.546 Guangxi
Uyghur Wéiwú’ěrzú 维吾尔族 11.774.538 Xinjiang
Hui Huízú 回族 11.377.914 Ningxia, sparsi nazionalmente
Miao Miáozú 苗族 11.067.929 Guizhou, Yunnan, Hunan
Manchu Mǎnzú 满族 10.423.303 Nord-est (Liaoning, Heilongjiang, Jilin)
Yi Yízú 彝族 9.830.327 Yunnan, Sichuan
Tujia Tǔjiāzú 土家族 9.587.732 Hunan, Hubei
Tibetan Zàngzú 藏族 7.060.731 Tibet, Qinghai, Sichuan, Yunnan
Mongol Měnggǔzú 蒙古族 6.290.204 Mongolia Interna, Nord-est
Bouyei Bùyīzú 布依族 3.576.752 Guizhou
Dong Dòngzú 侗族 3.495.993 Guizhou, Hunan, Guangxi
Yao Yáozú 瑶族 3.309.341 Guangxi, Yunnan, Hunan
Bai Báizú 白族 2.091.543 Yunnan
Hani Hānízú 哈尼族 1.733.166 Yunnan
Korean Cháoxiǎnzú 朝鲜族 1.702.479 Nord-est (Jilin)
Li Lízú 黎族 1.602.104 Hainan
Kazakh Hāsàkèzú 哈萨克族 1.562.518 Xinjiang
Dai Dǎizú 傣族 1.329.985 Yunnan
Lisu Lìsùzú 傈僳族 762.296 Yunnan
She Shēzú 畲族 746.385 Fujian, Zhejiang
Dongxiang Dōngxiāngzú 东乡族 774.947 Gansu
Gelao Gēlǎozú 仡佬族 677.521 Guizhou
Lahu Lāhùzú 拉祜族 499.167 Yunnan
Sui Shuǐzú 水族 495.928 Guizhou
Wa Wǎzú 佤族 430.997 Yunnan
Nakhi Nàxīzú 纳西族 323.767 Yunnan
Qiang Qiāngzú 羌族 312.981 Sichuan
Tu Tǔzú 土族 281.928 Qinghai
Mulao Mùlǎozú 仫佬族 277.233 Guangxi
Kyrgyz Kē’ěrkèzīzú 柯尔克孜族 204.402 Xinjiang
Xibe Xībózú 锡伯族 191.911 Xinjiang, Nord-est
Salar Sālāzú 撒拉族 165.159 Qinghai
Jingpo Jǐngpōzú 景颇族 160.471 Yunnan
Daur Dáwò’ěrzú 达斡尔族 132.299 Mongolia Interna, Nord-est
Blang Bùlǎngzú 布朗族 127.345 Yunnan
Maonan Máonánzú 毛南族 124.092 Guangxi
Tajik Tǎjíkèzú 塔吉克族 50.896 Xinjiang
Pumi Pǔmǐzú 普米族 45.012 Yunnan
Achang Āchāngzú 阿昌族 43.775 Yunnan
Nu Nùzú 怒族 36.575 Yunnan
Evenki Èwēnkèzú 鄂温克族 34.617 Mongolia Interna, Heilongjiang
Gin Jīngzú 京族 33.112 Guangxi
Jino Jīnuòzú 基诺族 26.025 Yunnan
Bonan Bǎo’ānzú 保安族 24.434 Gansu
De’ang Dé’ángzú 德昂族 22.354 Yunnan
Russian Éluósīzú 俄罗斯族 16.136 Heilongjiang, Xinjiang
Yugur Yùgùzú 裕固族 14.706 Gansu
Uzbek Wūzībiékèzú 乌孜别克族 12.742 Xinjiang
Monba Ménbāzú 门巴族 11.143 Tibet
Oroqen Èlúnchūnzú 鄂伦春族 9.168 Heilongjiang
Derung Dúlóngzú 独龙族 7.310 Yunnan
Hezhen Hèzhézú 赫哲族 5.373 Heilongjiang
Lhoba Luòbāzú 珞巴族 4.237 Tibet
Tatar Tǎtǎ’ěrzú 塔塔尔族 3.544 Xinjiang
Gaoshan Gāoshānzú 高山族 3.479 Fujian (residenti continentali)

Questa tabella illustra la diversità etnica, con gruppi come gli Zhuang e i Manchu che hanno popolazioni significative e culture integrate, mentre minoranze più piccole come i Lhoba o i Tatar mantengono tradizioni uniche ma affrontano sfide di visibilità. In conclusione, mentre le politiche cinesi hanno promosso sviluppo e unità, le controversie sui diritti umani evidenziano la complessità di bilanciare integrazione nazionale e rispetto per le diversità etniche, con dibattiti globali che continuano a evolversi.

Citazioni Chiave:


Disclosure: Questo articolo contiene link di affiliazione Amazon. Se acquisti tramite questi link, potrei ricevere una piccola commissione senza alcun costo aggiuntivo per te. Questo mi aiuta a supportare il sito e continuare a fornire articoli gratuitamente.


Puoi seguire anche il mio canale YouTube https://www.youtube.com/channel/UCoOgys_fRjBrHmx2psNALow/ con tanti video interessanti


I consigli che offriamo sono di natura generale. Non sono consigli legali o professionali. Quello che può funzionare per una persona potrebbe non essere adatto a un’altra, e dipende da molte variabili.

Commenti