Di tutti gli esercizi che trovate sul sito ci sono anche i relativi video sul canale youtube!
Iscriviti per essere aggiornato sui nuovi contenuti!
Hai bisogno di video su argomenti specifici? Dillo nei commenti👇
Sito internet dedicato alla divulgazione informatica e alla condivisione di materiale universitario e non gratuitamente
Di tutti gli esercizi che trovate sul sito ci sono anche i relativi video sul canale youtube!
Iscriviti per essere aggiornato sui nuovi contenuti!
Hai bisogno di video su argomenti specifici? Dillo nei commenti👇
Riassunti tecnologie di stampa 3D a
Sono anche chiamate tecnologie di fabbricazione additiva, sono basate sulla stratificazione progressiva di materiale su livelli paralleli tra loro allo scopo di ottenere parti tridimensionali.
Principio di funzionamento della stampa 3D
basato sulla trasformazione di un modello 3D digitale in oggetto fisico aggiungendo uno strato di materiale alla volta (stratificazione progressiva di materiale su livelli paralleli tra loro)
punto di partenza: modello 3D dell’oggetto da realizzare
modello suddiviso, con apposito software, in strati orizzontali (slicing), ovvero in singoli strati di materiale che la stampante depositerà sul piatto di stampa
struttura a strati tradotta in una serie di istruzioni in linguaggio macchina scritte in un file (file g-code) che la stampante 3D è in grado di interpretare
invio del file G-code alla stampante per l’avvio del processo di realizzazione dell’oggetto
singoli strati generati utilizzando tecniche diverse in base alla tecnologia di stampa
anche i materiali variano in funzione della tecnologia di stampa 3D scelta
Modello digitale dell’oggetto
il processo di stampa 3D parte dal modello digitale dell’oggetto che costituisce un requisito vincolante
tale aspetto distingue la stampa 3D dalla maggior parte delle tecnologie tradizionali
modello ottenuto mediante software CAD
rappresentazione matematica dell’oggetto utilizzando formati di scambio per il trasferimento del modello tra diversi CAD
modello ottenuto anche attraverso scanner 3D = dall’oggetto reale, attraverso uno scanner 3D, si risale alla copia digitale della geometria mediante software per il reverse enegineering
formato utilizzato dai processi di stampa 3D è STL (Standard Triangulation Language):
superfici discretizzate mediante elementi triangolari (mesh)
crea un reticolo che genera un’approssimazione delle superfici continue del modello 3D
geometria del modello in formato STL tanto più vicina a quella nominale quanto più piccola è la dimensione del lato dei triangoli (ovvero all’aumentare del numero dei triangoli)
dimensione del lato del triangolo scelta in base alla risoluzione della macchina
modello stl da stampare è perfettamente chiuso quando:
la mesh trangolare è senza buchi o spazi vuoti
la mesh triangolare è priva di vertici o punti triangolari disgiunti (ciascun triangolo deve essere collegato ad altri triangoli adiacenti)
verifica e correzione dei file STL mediante opportuno software per assicurare che l’insieme dei triangoli rappresenti le superfici del solido reale
Modello digitale del processo
consiste nella rappresentazione virtuale del lavoro di stampa
comprende la definizione:
di quali e quanti oggetti realizzare
della loro posizione e del loro orientamento all’interno del volume di lavoro della stampante
in questa fase si procede anche:
alla modellazione delle parti necessarie alla costruzione degli oggetti ma che non ne faranno parte (strutture di supporto)
definizione dei parametri di processo necessari per il funzionamento della macchina
definizione del grado di riempimento (infill) dell’oggetto
modello utilizzato per generare il programma delle istruzioni (file G-code) fornito in input all’unità di controllo della macchina per permettere il funzionamento dell’unità di stampa
attività svolte suddivise fondamentalmente in:
nesting
slicing
compilazione del programma delle istruzioni
Disposizione dell’oggetto nel volume di lavoro
disposizione del modello dell’oggetto all’interno del modello digitale del volume di stampa definizione della porzione di volume utilizzata ai fini della stampa
posizione e orientamento dell’oggetto entro il volume di lavoro
definiti mediante rotazioni e traslazioni del sistema di riferimento del modello dell’oggetto rispetto quello della macchina
dipendenti dalla tecnologia usata
fondamentali nel determinare:
proprietà fisiche e geometriche dell’oggetto
tempi e quantità di materiale necessari alla sua realizzazione
Nesting
problema più complesso nel caso in cui nel volume di lavoro si posizionino più oggetti (identici o differenti) da fabbricare contemporaneamente
numero di oggetti realizzabili con un unico lavoro di stampa legato alla scelta della posizione dell’orientamento del modello digitale di ciascun oggetto nel volume
posizionamento e orientamento dei modelli (nesting = annidamento) fondamentale per:
garantire la produttività e l’economicità del processo
il raggiungimento dei requisiti qualitativi del prodotti
Slicing
consiste nella generazione degli strati affettando il modello digitale del prodotto con piani perpendicolari alla direzione z
la discetizzazione in strati causa l’effetto a gradini sulle superfici
effetto a gradini espresso dalla massima distanza tra il modello STL e la geometria stratificata (altezza cuspide):
hC = massima distanza tra il modello STL e il modello stratificato
hL = altezza dello strato (layer)
n = vettore normale
superficie orizzontale realizzata all’interno dello stesso strato effetto a gradini non presente (equazione non valida per )
valore di effetto a gradini non presente nel caso di pareti verticali (n ⟘ z) in quanto ciascuno strato è allineato al precedente
valore di hc crescente al diminuire di effetto a gradini più accentuato man mano che l’orientamento si avvicina a quello del piano x-y
spessore dello strato parametro fondamentale della rappresentazione digitale del processo
valori di spessore adottabili, dipendenti dalla tecnologia utilizzata, influenzanti:
l’accuratezza dimensionale
le proprietà fisiche del prodotto
i tempi di fabbricazione
attenuazione dell’effetto al diminuire dello spessore degli strati
possibilità di effettuare lo slicing adattivo dividendo l’oggetto in strati con spessore variabile in base al valore dell’angolo :
strati più sottili nelle zone con maggiore (hc piccolo) per migliorare la definizione dell’oggetto stampato
strati più spessi nelle zone con minore (hc grande) per ridurre i tempi di stampa
Compilazione del programma
ulteriori parametri contenuti nel modello digitale del processo:
caratteristiche del materiale
velocità delle parti mobili della stampante (ad es. il dispositivo di deposizione)
temperature da mantenere nelle diverse zone della stampante
parametri e valori assunti dipendenti dalla tecnologia di stampa e dal materiale
simulazione del processo di stampa all’interno dell’ambiente virtuale del software con previsione del:
modello digitale dell’oggetto
tempo di stampa
quantità di materiale utilizzato
modello convertito da un opportuno software nel programma delle istruzioni necessario alla sua attuazione (file G-code)
operazioni svolte in ambiente virtuale senza la necessità di prossimità tra programmatore e stampante possibilità di pianificare da remoto parecchi processi su stampanti anche distanti tra loro
programma inviato all’unità di controllo della stampante per l’esecuzione del processo di stampa
Fabbricazione
esecuzione del programma da parte della stampante per la fabbricazione dell’oggetto
modalità di realizzazione degli strati dipendente dalla tecnologia di stampa utilizzata
allo scopo di monitorare eventuali criticità che si possono manifestare durante la stampa, l’operatore può controllare il volume di lavoro in modo:
diretto = attraverso le finestre presenti nella macchina
indiretto = da remoto mediante sistemi di acquisizione dell’immagine presenti
Rimozione dell’oggetto
eseguita al termine della stampa
può risultare critica e richiedere accorgimenti per garantire:
la qualità dell’oggetto
la sicurezza dell’operatore
può essere richiesto un tempo di attesa tra fine fabbricazione e rimozione dell’oggetto:
nel caso di tecnologie di stampa basate su fenomeni termici per evitare deformazioni causata dal ritiro del materiale
nel caso di tecnologie che fanno già uso di gas pericolosi per l’operatore per consentire la loro evacuazione prima di mettere in contatto la zona di costruzione con l’ambiente esterno
utilizzo di attrezzature specifiche (manuali o automatizzate) per la rimozione dell’oggetto evitando il suo danneggiamento
alla rimozione dell’oggetto si lega la necessità di recuperare il materiale non trasformato eventualmente presente al termine del processo di stampa
riguarda i processi nei quali è prevista l’immissione nella zona di lavoro, di una quantità di materiale maggiore rispetto a quella trasformata
materiale in eccesso raccolto con opportuni sistemi al fine di essere riutilizzato nella realizzazione di altri oggetti
Post processing
oggetti spesso inadatti all’uso diretto necessità di post processing per ottenere le caratteristiche richieste
operazioni con differente grado di complessità in base alla tecnologia utilizzata e delle caratteristiche del prodotto
principali operazioni
rimozione delle strutture di supporto necessarie alla costruzione dell’oggetto
pulizia dell’oggetto togliendo il materiale non trasformato
trattamenti termici, fisici o chimici necessari a conferire le caratteristiche richieste
riduzione dell’effetto a gradini sulle superfici esterne del prodotto per migliorare la finitura superficiale
Strategie di stratificazione
Strati realizzati mediante:
trasformazione selettiva di materiale
deposizione di materiale
Trasformazione selettiva di materiale
materiale di partenza, nel momento in cui avviene la sua trasformazione, presente nella camera di costruzione processi a letto di materiale (polvere)
trasformazione della sola porzione di materiale corrispondente alla figura geometrica dello strato
intera area di lavoro, al completamento dello strato, ricoperta di nuovo materiale
trasformazione del materiale corrispondente alla figura del nuovo strato
ripetizione della procedura fino al completamento del lavoro
oggetto immerso, al termine della stampa, nel materiale di partenza dal quale deve essere estratto necessità di eseguire operazioni di pulizia dell’oggetto
non permette la realizzazione di parti cave senza aperture per l’impossibilità di far fuoriuscire il materiale non trasformato
Deposizione di materiale
materiale depositato solo in zone scelte della camera di costruzione la quale è inizialmente occupata da aria o altri gas
primo strato depositato sulla piattaforma di stampa
strati successivi depositati sui precedenti
c’è la possibilità di depositare materiali differenti e di fabbricare oggetti costituiti da materiali diversi
Strutture di supporto
costruzione di un generico strato (ad eccezione del primo): necessità che il materiale trasformato trovi, nel layer sottostante, altro materiale
in mancanza di sostegno, caduta del materiale a causa dell’azione della gravitÃ
problema evitato, se possibile, scegliendo opportunamente l’orientamento dell’oggetto in costruzione rispetto all’asse z
in caso contrario, necessità di prevedere la costruzione, contemporaneamente all’oggetto, di supporti con funzione di sostegno del materiale
ottenimento, al termine della stampa, dell’oggetto con la presenza dei supporti
necessità di prevedere la loro rimozione al termine del processo
aggiunte nella fase di realizzazione del modello digitale del processo attraverso un software dedicato
strutture con geometria e dimensioni scelte in funzione della tecnologia di stampa utilizzata
obiettivi nella progettazione dei supporti:
garantire il sostegno, durante la fabbricazione, del materiale trasformato
ridurre la quantità di materiale e i tempi necessari per la loro costruzione
facilitare la loro rimozione attraverso:
la riduzione dell’area di contatto tra supporto e parte
il posizionamento dei supporti in punti raggiungibili dall’operatore
evitare che il materiale trasformato si deformi sotto il proprio peso
problema legato:
alle caratteristiche del materiale
all’inclinazione delle superfici rispetto all’asse verticale
ai parametri del processo di stampa
definizione del valore limite dell’angolo di inclinazione rispetto a z oltre il quale occorre prevedere la presenza di strutture di supporto per sostenere il materiale
angolo limite, al di sopra del quale la struttura rischia di deformarsi
anche le strutture a ponte (sostenute alle estremità ) e a sbalzo (sostenute ad una sola estremità ) sono soggette a deformazioni sotto il peso del materiale trasformato
entità delle deformazioni crescente all’aumentare della luce o della sbalzo (w) e al diminuire delle dimensioni della sezione trasversale
Costruzione dello strato
Possibilità di utilizzare tre strategie alternative:
puntuale
lineare
planare
Strategia puntuale
permette la trasformazione, in ogni istante, di una porzione molto piccola di materiale dello strato
dispositivo di trasformazione (idealmente) puntiforme in movimento lungo il percorso che alla realizzazione dello strato
dispositivo attivo o meno, in ciascuna posizione, a seconda che sia necessario o meno trasformare il materiale
larghezza della traccia (larghezza della banda del dispositivo di stampa sul piano orizzontale, influisce sulla risoluzione orizzontale) sul piano di stampa determinata dall’area interessata alla trasformazione del materiale indotta dal dispositivo definizione della risoluzione di stampa sul piano x-y
canale di trasformazione = zona in cui si trova il dispositivo di trasformazione
necessità che il dispositivo raggiunga, nella realizzazione del singolo strato, tutti i punti della figura geometrica definita attraverso lo slicing
operazione eseguita usualmente in due step:
percorso di contorno = consente di trasformare il materiale ubicato nella zona perimetrica della figura
percorso di riempimento = permette di trasformare il materiale interno
tempo di costruzione dello strato dipendente:
dall’area della figura geometrica
dalla velocità del dispositivo di trasformazione
dalla porzione di materiale trasformato al suo passaggio
diminuzione del tempo al crescere:
della velocità del dispositivo
della porzione di materiale trasformato al passaggio del dispositivo
possibilità di ridurre ulteriormente il tempo di stampa, se i requisiti dell’applicazione a cui è destinato l’oggetto lo consentono, con un riempimento non completo della porzione interna della figura (infill)
possibilità di utilizzare più dispositivi per eseguire la trasformazione simultaneamente in diverse zone dello strato
Strategia lineare
consiste nell’utilizzare più dispositivi di trasformazione puntiformi allineati lungo una specifica direzione (y) a coprire l’intera dimensione
strato realizzato grazie al movimento (simultaneo e con uguale velocità v) dei dispositivi in direzione perpendicolare a quella di allineamento
ciascun dispositivo sarà attivo o inattivo in base alla posizione in cui si trova
presenta evidenti analogie con la stampa 2D a getto d’inchiostro
ogni dispositivo si trova alla stessa distanza l’uno dall’altro, non tutti i dispositivi devono essere per forza attivi
risoluzione lungo la direzione di allineamento dei dispositivi (y) dipendente:
dalla larghezza della traccia trasformata dal singolo dispositivo
dalla distanza tra due dispositivi adiacenti
risoluzione lungo la direzione x dipendente dalla velocità di avanzamento dei dispositivi (minore è la velocità e maggiore è la risoluzione)
tempo necessario alla costruzione del singolo strato dipendente dalla velocità di avanzamento dei dispositivi
Strategia planare
intera superficie di base del volume di lavoro suddivisa in tante zone in ciascuna delle quali opera un dispositivo di trasformazione del materiale
consente la trasformazione contemporanea dell’intero strato mediante attivazione dei soli dispositivi corrispondenti alle zone piene della figura geometrica rappresentate lo strato
risoluzione (più è piccola l’area del fascio laser maggiore è la risoluzione) nelle direzioni x e y dipendente dalle dimensioni dei dispositivi
tempo di costruzione dello strato non influenzato dalla geometria consistente riduzione del suo valore
Riempimento
si riferisce alla struttura interna dell’oggetto
definito attraverso il grado o percentuale di riempimento (infill density):
parte realizzata:
stampando la superficie esterna che sarà costituita da un guscio di spessore prestabilito
riempiendo la parte interna in base al valore di ID scelto
possibilità di scegliere anche il motivo geometrico del riempimento dal momento che questi ha un impatto sulla resistenza meccanica dell’oggetto
ci sono dei reticoli (motivi geometrici) che permettono di avere una buona resistenza senza dover riempire tutta la parte
grado di riempimento e motivo scelti in base:
al peso totale dell’oggetto da realizzare
al materiale utilizzato nella stampa
alla resistenza meccanica da ottenere
al tempo di stampa
usualmente, al crescere del valore di ID:
aumentano le caratteristiche di resistenza meccanica dell’oggetto
aumenta il peso dell’oggetto
cresce il tempo di stampa
Linee guida per la scelta del grado di riempimento:
ID = 0-20% per parti non funzionali o che non devono resistere a forze esterne
ID = 20-40% per parti soggette a forze non eccessive (un grado di riempimento medio fornisce una resistenza simile a quella di una parte solida ma con costi ridotti)
ID = 40-100% per parti che devono resistere a forze elevate, un grado di riempimento > 60% porterà ad una crescita significativa del tempo di stampa e della quantità di materiale utilizzata
Vantaggi della stampa 3D
assenza di vincoli nella progettazione dell’oggetto
possibilità di raggiungere livelli di complessità geometrica non ottenibili con altre tecniche di fabbricazione
riduzione del peso della parte grazie alla possibilità di mettere materiale solo dove necessario (ottimizzazione topologica)
riduzione del numero dei componenti di un prodotto
rapida realizzazione di modelli fisici e di prototipi
fabbricazione contemporanea di prototipi diversi dello stesso prodotto
riduzione di tempi e costi nel passaggio dal disegno al prototipo
riduzione del time to market
fabbricazione in tempi brevi di parti e prodotti a uso diretto
produzione economica di singole unità e di serie di poco numerose di prodotti
tempo di costruzione indipendente dalla complessità geometrica
fabbricazione di varianti di prodotto senza aumento dei costi a meno che non sia necessaria una maggiore quantità di materiale
riduzione dei set up nel cambio prodotto
assenza di costi per la realizzazione di stampi, utensili e attrezzature
drastica riduzione degli sfridi di lavorazione
macchina di stampa con consumi energetici contenuti
produzione distribuita e “just-in-time” di parti di ricambio
Svantaggi della stampa 3D
materiali disponibili limitati e con prezzo elevato
limitazioni sulle dimensioni del volume di lavoro
tempi di produzione lunghi (adatta per piccole quantità )
superfici con scarsa finitura superficiale (trattamenti finali, aumento di costi e tempi)
difficoltà nel cambio del materiale, soprattutto se si lavora con polveri metalliche:
necessità di accurate operazioni di pulizia della macchina per evitare il problema della contaminazione con rischi di incendi o esplosioni
tempi di fermo macchina a volte molto lunghi e con rallentamento della produzione
disponibilità di macchine di stampa caratterizzate da alta qualità ed elevata produttività a costi molto elevati
Aspetti economici della stampa 3D
Fabbricazione con tecnologie tradizionali
costo unitario delle parti decrescente all’aumentare del volume di produzione per la possibilità di spalmare i costi per utensili e attrezzature su una quantità maggiore di parti
aumento del costo unitario con la complessità geoemetrica a causa della maggiore quantità di sfridi prodotti e del personale più qualificato ed esperto necessario
forme troppo complesse non realizzabili
Fabbricazione additiva
costo unitario delle parti pressochè indipendente dal volume di produzione
costo unitario indipendente dalla complessità geometrica
possibilità di realizzare qualsiasi tipo di geometria interna o esterna
Punto di pareggio = la quantità di prodotto permette di produrre allo stesso costo delle tecnologie tradizionali
Catena logistica tradizionale
elevati costi logistici e di stoccaggio delle parti di ricambio
sovrapproduzione per soddisfare la futura richiesta
numero elevato di parti di ricambio
domanda fortemente sporadica delle parti di ricambio
parti di ricambio soggette a obsolescenza
elevati costi e sprechi di materiale
elevato impatto ambientale
magazzini centralizzati catena logistica lunga elevati tempi di attesa per parti di ricambio e prolungati fermi macchina in attesa dei ricambi
Produzione distribuita di parti di ricambio grazie alla stampa 3D
creazione di un inventario digitale, contenente i modelli di tutte le parti di ricambio
realizzazione delle parti di ricambio solo quando necessario (produzione on demand)
fabbricazione additiva dei componenti dove il ricambio è necessario (produzione on site)
manifattura distribuita centri produttivi dislocati sul territorio
maggiore flessibilitÃ
economicità e rapidità del servizio
ridotto impatto ambientale
Principali tecnologie di stampa 3D
suddivise in tre macro aree in base alle caratteristiche di consistenza del materiale da trasformare
materiale disponibile sottoforma di: polvere, solido, liquido
impiego di una specifica tecnologia legato:
al tipo di materiale
alle caratteristiche meccaniche dell’oggetto
alla finitura superficiale e alle tolleranze dell’oggetto
alla velocità di produzione
all’investimento per l’acquisto della macchina
al costo della parte
esse sono:
fotopolimerizzazione in vasca
estrusione di materiale
deposizione di metallo legato
a getto di materiale
a getto di legante
su letto di polvere
con deposizione diretta di energia
con fusione a fascio di elettroni
a getto di aerosol
Fotopolimerizzazione in vasca - Vat photopolymerization
oggetto realizzato utilizzando una resina termoindurente fotosensibile liquida contenuta in una vasca
singolo strato ottenuto grazie alla polimerizzazione della resina attivata da una sorgente luminosa
presenza nella vasca di una piattaforma orizzontale che supporta la parte in costruzione e che, dopo il consolidamento del singolo strato, in base alla particolare architettura, si abbassa o si solleva per l’ottenimento dello strato successivo fino al completamento dell’oggetto
la resina può essere colpita dal basso (button up) o dall’alto (button down), la vasca è trasparente
oggetti caratterizzati usualmente da elevata risoluzione e finitura superficiale per la possibilità di ottenere strati molto sottili
principali tecniche disponibili:
stereolitografia (SLA), è puntiforme
digital light processing (DLP), non è puntiforme
Stereolitografia
fotopolimerizzazione attivata da un fascio laser mediante una strategia di stratificazione puntuale
realizzata attraverso due architetture alternative:
top-down = fotopolimerizzazione puntuale dall’alto verso il basso
bottom-up = fotopolimerizzazione puntuale dal basso verso l’alto
Architettura top-down
resina colpita dal laser sulla superficie libera della vasca
fotopolimerizzazione puntuale della resina al passaggio del fascio che segue la traiettoria programmata nel piano x-y. Il laser è fisso è viene direzionato con un sistema di trasporto del fascio laser
spegnimento del laser dopo consolidamento dello strato i-esimo
abbassamento della piattaforma, alla quale lo strato è solidale, lungo z di una entità pari allo spessore dello strato (i+1)-esimo
superficie superiore dell’oggetto in costruzione ricoperta da uno strato di resina liquida pari all’altezza dello strato (i+1)-esimo
riaccensione del laser e polimerizzazione dello strato (i+1)-esimo
ripetizione fino al completamento dell’oggetto
il sistema di trasporto del fascio laser ha 2 gradi di libertà , mentre la piattaforma ne ha 1
Architettura bottom-up
vasca dotata di schermo trasparente (in materiale a ridotta adesione) nella parte inferiore che permette il passaggio della radiazione luminosa
fascio laser depositato al di sotto della vasca
strato i-esimo ottenuto dalla polimerizzazione della resina a contatto con lo schermo (che è ricoperto da un materiale a ridotta adesione)
spegnimento del laser dopo consolidamento dello strato
movimento della piattaforma, alla quale il pezzo è solidale, verso l’alto di una quantità pari allo spessore dello strato (i+1)-esimo presenza di resina liquida al di sotto dell’oggetto
riaccensione del laser e costruzione dello strato (i+1)-esimo
ripetizione fino al completamento dell’oggetto
Digital light processing
proiezione dell’intera figura dello strato sulla resina liquida utilizzando una luce UV
fotopolimerizzazione simultanea di tutto lo strato consolidamento nello stesso istante in ogni punto dello strato (strategia di costruzione dello strato planare)
può essere realizzata utilizzando sia l’architettura top-down che quella bottom-up per le quali si applicano le stesse considerazioni fatte a proposito della tecnica SLA
luce UV, generata da una lampada, raddrizzata mediante lente fascio di radiazioni luminose parallele tra loro
il fascio colpisce il Digital Micromirror Device (DMD) che ha la funzione di selezionare le porzioni delle radiazioni riflesse sulla resina per creare la figura geometrica corrispondente allo strato
DMD composto da miglia di microspecchi, ciascuno corrisponde a un pixel dell’immagine proiettata
ciascun microspecchio, orientato tramite segnale elettrico, può ruotare dallo stato:
on = nel quale la luce della sorgente viene riflessa (pixel completamente luminoso)
off = nel quale non viene riflessa la luce (pixel completamente scuro)
movimento del piatto di stampa verso il basso al consolidamento dello strato per permettere la costruzione del successivo
ripetizione del procedimento fino all’ottenimento dell’oggetto
criticità = ulteriore discretizzazione nel processo dal momento che nel piano x-y non sarà possibile riprodurre dettagli di dimensioni inferiori a quella della luce riflessa da un singolo microspecchio (più gli specchi sono piccoli, maggiore è la risoluzione)
velocità di stampa superiore rispetto a quella della SLA ma finiture superficiali peggiori
Criteri progettuali
necessità che l’oggetto in costruzione sia solidale alla piattaforma modello digitale del processo creato prevedendo il fissaggio dell’oggetto sul piano x-y
possibilità di fare ricorso a una base con la funzione di:
migliorare l’adesione dell’oggetto alla piattaforma
facilitare il distacco dell’oggetto al termine della stampa
necessità di predisporre strutture di supporto per il sostegno dell’oggetto durante la sua fabbricazione
nel supporto, la punta ha un’area piccola per permettere il distacco del supporto
impossibilità di realizzare strutture cave senza aperture in quanto la resina rimarrebbe intrappolata al suo interno
problema superato prevedendo fori di drenaggio con diametro dipendente dalla viscosità della resina
spessore minimo delle pareti verticali (t) e snellezza di elementi cilindrici verticali (h/d) limitati dalle tensioni interne che si sviluppano durante il processo e che possono provocare deformazione eccessive
se la snellezza è eccessiva si rischia di non avere una struttura cilindrica
per diminuire la viscosità della resina la si può riscaldare
necessità di evitare l’effetto ventosa, che può essere presente con l’architettura bottom-up
si verifica quando si stampa una forma convessa rispetto alla piattaforma depressione della cavità distacco dell’oggetto dalla piattaforma al termine della stampa difficoltoso deformazione o rottura delle pareti della zona cava
possibili soluzioni:
modificare l’orientamento del modello digitale dell’oggetto nel volume di stampa
prevedere fori di drenaggio
Estrusione di materiale (material extrusion)
realizzazione degli strati basata sulla deposizione, mediante processo di estrusione, di materiale allo stato viscoso
strategia di stratificazione e di costruzione dello strato mediante deposizione puntuale di materiale
tra i processi che sfruttano tale principio spicca il Fused Deposition Modelling (FDM) basto sull’utilizzo di resine termoplastiche:
portate a fusione per la deposizione
lasciate raffreddare per il consolidamento dello strato
soluzione più diffusa basata sull’utilizzo di un filamento tecnologia nota come fabbricazione a filamento fuso (Fused Filament Fabrication, FFF)
Fabbricazione a filamento fuso
tecnologia molto utilizzata per semplicità di utilizzo e bassi costi delle apparecchiature
acronimo FFF usato spesso in sostituzione di FDM
possibilità di realizzare il processo mediante macchine di stampa con differente architettura: con piattaforma mobile lungo l’asse z, a portale, a braccio robotico
utilizzo di un filamento continuo in resina termoplastica alimentato da bobina
trascinamento del filamento mediante rulli nella testa di estrusione, riscaldata da una resistenza che permette al filamento stesso di raggiungere una T maggiore della TF della resina
fuoriuscita della resina sotto la spinta esercitata dal filamento (estrusione), dall’ugello con
deposizione della resina estrusa sulla piattaforma o su uno strato
problemi nell’estrusione: usura dell’ugello a causa della viscosità del fuso
processo di deposizione puntuale necessità di moto relativa tra testa di estrusione e piattaforma di stampa nel piano x-y
possibilità di realizzare tale moto adottando diverse soluzioni costruttive
fuoriuscita materiale a estrusore inattivo evitata ritraendo il filamento con rotazione rulli in vero opposto a quello di svolgimento
possibilità di riscaldare la piattaforma di stampa per attenuare le tensioni di ritiro dovute al tra materiale estruso e piattaforma
caratteristiche del filamento:
non deve essere in materiale elastico perchè, sotto l’azione dei rulli, subirebbe solo deformazione elastica mancanza del trascinamento e della spinta necessaria per l’estrusione
deve essere sufficientemente duttile in quanto non deve rompersi per la pressione esercitata dai rulli
definizione di un campo ben delimitato di materiali e diametri del filamento
Architettura con piattaforma mobile lungo Z
movimenti sul piano di stampa (lungo gli assi x e y) posseduti dalla testa di estrusione
movimento lungo z posseduto dalla piattaforma che si abbassa, al completamento dello strato, di una quantità pari a hL per permettere la realizzazione del successivo
configurazione molto diffusa nella fabbricazione di oggetti di dimensioni medio-piccole
Architettura a portale
adatta ad oggetti molto pesanti, perchè non fanno muovere la piattaforma
movimenti lungo gli assi x e z conferiti alla testa di estrusione
movimenti lungo y posseduto dalla piattaforma
poichè la piattaforma non trasla lungo z si evita la perdita di accuratezza causata dal peso dell’oggetto stesso
adatta ad oggetti di grandi dimensioni
Architettura con braccio robotico
utilizzo di un robot antropomorfo con 6 gdl (3 per il braccio e 3 per il polso)
dispositivo di estremità costituito dalla testa di estrusione
possibilità di fabbricare oggetti di grandi dimensioni scegliendo un robot con volume di lavoro di dimensioni adeguate
con il robot di possono realizzare strati non paralleli tra loro
Strutture di supporto
necessità di prevedere strutture per supportare il materiale trasformato
costruzione delle strutture facilitata mediante soluzioni in grado di far aumentare rapidamente la rigidezza del materiale estruso attraverso:
la velocizzazione del raffreddamento usando delle ventole
riducendo la temperature di estrusione
possibilità di realizzare il supporto con un materiale diverso da quello dell’oggetto presenza di un doppio estrusore
materiali di supporto disponibili:
asportabili = rimossi manualmente
solubili = rimossi per immersione in una soluzione di acqua calda e agente detergente
tipo di materiale di supporto diverso in base a quello utilizzato nella costruzione dell’oggetto
Progettazione del processo
miglioramento adesione tra strati ottenuta con altezza dello strato maggiore del diametro dell’ugello (hL > dU):
materiale estruso premuto sullo strato precedente
larghezza traccia maggiore del diametro ugello (LT > dU)
LT mantenuta costante regolando opportunamente il rapporto tra velocità del filamento e velocità di avanzamento dell’estrusore
altrimenti la pressione esercitata dal filamento determina un aumento del diametro che farebbe diminuire la densità ed aumentare la porosità del materiale
Parametri di processo
ipotesi: non deve esserci scivolamento tra le superfici dei rulli e il filamento
portata di materiale (mm3/s) in ingresso nell’estrusore:
velocità del filamento (velocità tangenziale, mm/s)
diametro (mm) e area (mm2) del filamento
velocità del filamento definita attraverso la relazione:
e n: velocità angolare (rad/s) e velocità di rotazione (giri/min) dei rulli di trascinamento
df = diametro dei rulli (mm)
sostituendo vf nell’espressione della porta si ottiene:
portata di materiale in uscita dall’ugello:
va = velocità di avanzamento della testa (mm/s)
hT e LT = spessore dello strato e larghezza del materiale depositato (mm)
per la conservazione della portata volumetrica si ha:
dall’equazione precedente si può ricavare la velocità di rotazione del rullo di trascinamento:
necessità di evitare il distacco dei primi strati depositati dalla piattaforma
soluzioni adottate:
riscaldamento della piattaforma riduzione delle tensioni interne riduzione dell’effetto warping
realizzazione di geometria ausiliarie (raft e brim) miglioramento dell’adesione tra la superficie dell’oggetto e la piattaforma attraverso l’aumento della superficie di contatto
Warping
warping = deformazioni causate dalle tensioni residue che modificano la forma dell’oggetto
tensioni residue = sono tensioni che si hanno dopo la contrazione volumetrica, anche senza applicare forze esterne al materiale
raffreddamento materiale I strato, dopo deposizione, per il calore ceduto alla piattaforma
II strato depositato su materiale consolidato già parzialmente raffreddato
presenza di un tra I e II strato contrazione volumetrica del II strato maggiore di quella del I
materiale continuo per l’adesione tra gli strati sviluppo di tensioni di ritiro di compressione lungo x e z incurvamento degli strati accentuato nelle zone di contorno
progressiva diminuzione di al crescere del numero di strati riduzione delle tensioni di ritiro incurvamento meno accentuato
problema ridotto utilizzando una piattaforma riscaldata riduzione della contrazione dei primi strati
stampa di materiali alto-prestazionali effettuata con camera di costruzione riscaldata:
raffreddamento parziale durante la stampa
raffreddamento concluso al di fuori del volume di lavoro
consistente riduzione delle disuniformità dovute al raffreddamento non uniforme
Raft e brim
Raft e brim = sono soluzioni per ovviare al warping, aumentando la superficie di appoggio
Raft
base d’appoggio
composta da una serie di strati dello stesso materiale dell’oggetto
su di essa viene stampato l’oggetto
rimozione facilitata realizzando lo strato a contatto con l’oggetto con ID basso
Brim
estensione del primo strato dell’oggetto al di fuori del perimetro della figura geometrica del layer
aumento della superficie d’appoggio rispetto a quella dell’oggetto
Deposizione di metallo legato (Metal bound deposition)
simile alla tecnologie FDM ma basata sull’utilizzo di barre composte da polveri metalliche e legante (resina termoplastica)
barra fatta passare all’interno dell’estrusione che, grazie al calore fornito da una resistenza, porta a fusione il legante
strato ottenuto depositando il materiale allo stato pastoso sulla piattaforma o su uno strato già realizzato
processo ripetuto strato per strato fino all’ottenimento dell’oggetto grezzo (parte verde)
parte verde immersa in bagno di solvente per l’eliminazione del legante (debinding) ottenimento della parte marrone
sinterizzazione in forno sottovuoto della parte marrone ottenimento della parte consolidata
utilizzo di polveri metalliche ad elevata granulometria per favorire l’infiltrazione del legante durante la stampa
forte contrazione volumetrica durante la sinterizzazione
sviluppo di tensioni di ritiro che, in base alla geometria dell’oggetto, possono portare a distorsioni localizzate e alla nascita di tensioni residue
problema ridotto utilizzando polveri con diversa granulometria:
polveri più grossolane per favorire la penetrazione del legante
polveri più fini per favorire l’aumento della densità e quindi la diminuzione del ritiro
materiale di costruzione utilizzato anche per la realizzazione delle strutture di supporto
presenza di un ulteriore estrusore che crea la zona di transizione depositando, all’interfaccia tra oggetto e supporto, materiale ceramico
polverizzazione del materiale ceramico durante la sinterizzazione facilitazione della separazione tra oggetto e supporto
Fasi deposizione di metallo legato
stampa = presenza della base di appoggio (raft), dei supporti e del materiale ceramico che funge da interfaccia con il resto del pezzo
debinding = pezzo completamente immerso nel solvente che penetra all’interno delle porositÃ
sinterizzazione = consolidamento con formazione di legame chimico
rimozione dei supporti = facilitata dalla polverizzazione degli strati di materiale ceramico
Fusione su letto di polvere - Powder bed fusion
tecnologia di stampa basata sulla trasformazione selettiva mediante un dispositivo di trasformazione puntiforme
strategia di costruzione dello di tipo puntuale
processi distinti in base alla sorgente di energia utilizzata e al tipo di materiale costituente le polveri
sorgenti utilizzate:
fascio di laser (laser powder bed fusion o laser sintering)
fascio di elettroni (electron beam melting)
polveri utilizzate in materiali:
polimerici (selective laser sintering)
metallici (selective laser melting e elecrtion beam melting)
Selective laser melting (SLM)
tecnologie su letto di polvere metallica portata a fusione da un fascio laser
macchine di stampa con differenti architetture
architettura ampiamente utilizzata costituita da una piattaforma mobile lungo z che definisce il volume entro il quale è contenuta la polvere (vasca di costruzione)
camera di stampa riempita con un gas inerte e quindi riscaldata alla T di stampa (Tb)
strato di polvere, con spessore definito dal software di slicing, disposto dal recoater sulla piattaforma
reacoter = tramoggia + rullo livellatore, sistema per mettere un nuovo strato di polvere
fascio laser trasportato dalla sorgente della superficie esposta della vasca
la risoluzione spaziale lungo l’asse z dipende dall’entità dello spostamento della piattaforma
la risoluzione spaziale lungo l’asse x-y dipende dal diametro dello spot del laser
strato i-esimo ottenuto muovendo il fascio lungo uno specifico percorso sul piano x-y (definito dal software di slicing) fusione selettiva delle polveri ottenimento della figura geometrica con spessore pari all’altezza dello strato
disattivazione del laser e abbassamento piattaforma lungo z di una quantità pari allo spessore dello strato (i+1)-esimo
posizionamento della piattaforma di un ulteriore strato di polvere mediante il movimento del recoater lungo x
riattivazione laser e costruzione strato (i+1)-esimo
ripetizione della procedura fino all’ottenimento dell’oggetto
temperatura nella camera di costruzione molto più bassa rispetto alla Tf della polvere presente veloce raffreddamento conseguente alla ridotta T delle polveri non trasformate:
microstruttura a grani fini grazie all’elevato sottoraffreddamento
facilitazione della rimozione degli oggetti dal letto di polvere al termine della stampa poichè si evita la sinterizzazione che si manifesta mantenendo le polveri a T elevate per lunghi tempi
sviluppo di elevate tensioni di ritiro si formano delle tensioni residue che danno problemi di resistenza e problemi in successive lavorazioni sottrattive
difficoltà costruttive nel raggiungere Tb prossime a quelle di solidificazione di molte leghe
Tb = temperatura bed, molto più bassa di Tf (elevato ). Più Tb è bassa più è meglio perchè:
non si sinterizzano le polveri non necessarie
si formano grani più fini
Parametri di processo
oltre Tb ci sono altri parametri di processo
densità di energia EA [J/m2] definita come l’energia per unità di superficie fornita del laser sullo strato:
P = potenza del laser
vs = velocità di scansione del laser
dp = distanza tra due passate parallele del laser
densità di energia EAT definita come l’energia per unità di superficie fornita lungo lo spessore dello strato:
ds = diametro dello spot del laser
Strutture di supporto
utilizzate per contrastare l’azione delle tensioni interne e non quella della gravitÃ
nascita, a causa dell’elevata velocità di raffreddamento, di un momento flettente che tende a incurvare lo strato piano warping sollevamento del materiale al di sopra dello strato
fenomeno contrastato:
ancorando il primo strato alla piattaforma di stampa
ricorrendo alla costruzione di supporti che ancorano alla piattaforma le zone a sbalzo dell’oggetto in costruzione
contribuiscono anche, grazie all’elevata conducibilità termica del materiale con il quale sono costruite, a ridurre i gradienti termici all’interno dell’oggetto in fabbricazione diminuzione delle tensioni di ritiro
rimozione dei supporti realizzata mediante lavorazioni per asportazione di truciolo e attraverso altri processi di taglio
principali aspetti da considerare in sede di progettazione dei supporti:
capacità di resistere alla tensioni di ritiro
efficacia nello smaltire il calore verso la piattaforma
facilità di rimozione al termine della stampa
Estrazione degli oggetti stampati
raffreddamento della camera di costruzione fino a Tamb prima dell’estrazione degli oggetti
rimozione della polvere non fusa mediante sistema di aspirazione che filtra la polvere selezionando i granuli di dimensione idonea per il riutilizzo
operazioni di pulizia e caricamento della macchina critiche per la sicurezza in quanto la ridotta granulometria delle polvere provoca l’aumento della volatilità dei rischi legati all’inalazione
necessità di:
proteggere gli operatore mediante adeguati dispositivi di protezione individuale
aspirare, filtrare e smaltire le polveri presenti nell’area della macchina per evitare la contaminazione dell’ambiente esterno
Post processing
necessità di separare, al termine della stampa, oggetti e supporti dalla piattaforma (anch’essa in metallo) alla quale sono saldati esecuzione dei processi di taglio
possibilità che gli oggetti siano soggetti a tensioni residue a causa delle deformazioni plastiche indotte dalle tensioni di ritiro deformazione degli oggetti durante i processi di taglio
problema evitato sottoponendo piattaforma e oggetti, prima del taglio, a un trattamento termico di ricottura di distensione per l’eliminazione delle tensioni residue
piattaforma sottoposta, prima di essere riutilizzata, a rettifica per ripristinare una superficie piana e con finitura desiderata sulla quale costruire nuovi oggetti
supporti rimossi senza danneggiare gli oggetti medianti lavorazioni per asportazione di truciolo
oggetti sottoposti a trattamenti termici, chimici o meccanici per migliorare le proprietà fisiche o meccaniche
hot isostatic pressing (HIP):
utilizzato per migliorare le proprietà meccaniche degli oggetti stampati
consiste nel porre l’oggetto in una camera nella quale viene fatto entrare gas in pressione scaldato ad una opportuna temperatura
azione uniforme della pressione su tutte le superfici
produce una significativa riduzione delle porosità presenti nella parte aumento della densitÃ
Selective laser sintering (SLS)
tecnologie su letto di polvere polimerica con sinterizzazione localizzata mediante fascio laser
la sinterizzazione può avvenire mediante fusione localizzata o rifusione completa in base al materiale utilizzato e ai parametri di processo
architettura della macchina e strategie di costruzioni simili a quelle della tecnologie SLM
materiale allo stato parzialmente fuso all’interno della finestra di sottoraffreddamento (intervallo di T tra i picchi delle curve di riscaldamento e di raffreddamento)
polvere all’interno della camera di costruzione preriscaldata e mantenuta a una T compresa all’intero della finestra di sottoraffreddamento
permanenza dei materiali polimerici a tali T per intervalli di tempo lunghi senza che avvenga la sinterizzazione
fusione del materiale al passaggio del fascio laser
rapido ritorno del materiale all’interno della finestra di sottoraffreddamento per effetto del calore scambiato con la polvere circostante
materiale mantenuto in tale condizione allo scopo di evitare il ritiro legato alla cristallizzazione
sviluppo di tensioni di ritiro di entità ridotta deformazioni dell’oggetto in costruzione trascurabili
riscaldamento interrotto alla fine del processo solo in questa fase termina la solidificazione
non è necessario ancora l’oggetto in costruzione alla piattaforma di stampa
non sono necessari supporti per la costruzione di strutture a sbalzo
Vantaggi e svantaggi della SLS
Vantaggi
elevata produttivitÃ
assenza di materiale di supporto (materiale sinterizzato supportato dalla polvere non sinterizzata)
ottime precisioni
facile riutilizzo delle polveri
Svantaggi
elevato costo della macchina
necessità di una fase di post-processing per eliminare il materiale eventualmente addensato (grumi) vicino alla parte consolidata
Electron Beam Melting (EBM) - Tecnologia con fusione a fascio di elettroni
indicata anche Selective Electron Beam Melting (SEBM) è un’alternativa al SLM
tecnologia più promettente per la realizzazione di strutture porose in titanio
energia necessaria per la fusione selettiva delle polveri fornita da un fascio di elettroni
fascio generato dal riscaldamento di un filamento in materiale altofondente (es. Tungsteno) alimentato da corrente ad alta tensione
movimento degli elettroni verso l’anodo forato
numero di elettroni (corrente del fascio) in movimento regolato interponendo tra anodo e catodo una coppa di Faraday (che cattura parte degli elettroni)
attraversamento da parte del fascio di due bobine:
una di focalizzazione magnetica che ne modifica il diametro mediante la forza di Lorentz dovuta al campo elettromagnetico
una di deflessione che, grazie alla forza di Lorentz, devia il fascio indirizzandolo nella posizione desiderata nel piano x-y
trasferimento dell’energia cinetica degli elettroni alla polvere colpita con conseguente fusione (l’energia cinetica si trasforma in calore)
fascio assorbito se la polvere è in materiale elettricamente conduttivo possibilità di eseguire l’EBM solo su metalli
abbassamento della piattaforma al termine della costruzione dello strato per permettere la creazione del successivo
polveri, erogate dalla tramoggia, stese mediante la spatola
necessità di eseguire il processo in condizioni di vuoto per evitare che gli elettroni, nel loro percorso, colpiscano gli atomi di gas atmosferici con la loro ionizzazione diminuzione della carica del fascio
polveri colpite dal fascio di elettroni caricate negativamente con conseguente:
riduzione dell’assorbimento (problema superato usando polveri a elevata conducibilità elettrica)
nascita di forze di repulsione tra le polveri che, se superano l’azione di gravità e la resistenza d’attrito, provocano il loro allontanamento (problema evitato mediante sinterizzazione che permette una giunzione di piccola entità tra le polveri necessità di riscaldare la camera di stampa)
riduzione anche dell’energia da fornire per fondere le polveri
presenza del vuoto:
impedisce che nella parte fabbricata siano presenti elementi contaminanti
causa una riduzione di produttività in quanto nel calcolo del tempo di produzione occorre includere le fasi di:
applicazione del vuoto
re-immissione di aria nella camera prima dell’estrazione del pezzo finito
Stampa a getto di materiale - Material Jetting (MJ)
sfrutta una testina di stampa alimentata con materiale allo stato liquido, simile a quello usato nelle stampanti inkjet 2D
disponibilità di tre diverse tecnologie:
polyjet (PJ)
NanoParticle Jetting (NPJ)
Drop On Demand (DOD)
tutte le tecnologie in grado di depositare un secondo materiale utilizzato per realizzare gli elementi di supporto eventualmente necessari
Polijet
strati realizzati mediante deposizione di materiale (resine termoindurente fotosensibile allo stato liquido) con strategia di costruzione lineare
utilizzo di più ugelli allineati lungo una specifica direzione (y) (testina di stampa)
strato realizzato grazie al movimento degli ugelli in direzione perpendicolare a quella di allineamento
durante il moto della testina, ciascun dispositivo deporrà o meno in base alla geometria dello strato
fotopolimerizzazione della resina mediante luce UV
oggetti:
di elevato livello estetico
con proprietà meccaniche medio-alte utilizzando specifici fotopolimeri
possibilità di depositare un secondo materiale utilizzato per realizzare gli elementi di supporto (solubile in acqua o removibile con getto d’acqua)
materiale di ciascun voxel (versione 3D del pixel) ottenuto mescolando diversi inchiostri per ottenere localmente diversi colori o diverse rigidezze del materiale
ottenimento di parti multicolore o multimateriale
Principio di funzionamento
riscaldamento della resina per ottimizzare la viscositÃ
minuscole goccioline di fotopolimero spruzzate dagli ugelli in movimento lungo la direzione x
consolidamento del materiale per fotopolimerizzazione mediante calore fornito da una lampada UV solidale con la testina di stampa
al completamento della passata, se la dimensione del pezzo lungo y è maggiore della larghezza della testina:
traslazione testina lungo y
esecuzione di un’ulteriore passata lungo x
ripetizione fino al completamento dello strato
abbassamento della piattaforma lungo z di una quantità pari allo spessore dello strato e costruzione dello strato successivo
possibilità di depositare un secondo materiale utilizzato per realizzare gli elementi di supporto (solubile in acqua o rimovibile con getto d’acqua)
materiale di ciascun voxel (versione 3D del pixel) ottenuto mescolando diversi inchiostri per ottenere localmente diversi colori o diverse rigidezze del materiale
ottenimento di parti multicolore o multimateriale
Stampa a getto di legante – Binder jetting
strati realizzati mediante deposizione di materiale (legante allo stato liquido) su letto omogeneo di polvere con strategia di costruzione lineare
permette di ridurre i tempi di costruzione dell’oggetto rispetto ai processi su letto di polvere con singolo dispositivo di trasformazione (fascio laser o di elettroni) e non sono necessarie strutture di supporto
utilizzo di una testina di stampa che consente di depositare specifici materiali liquidi
risoluzione di stampa definita da:
spessore dello strato di polvere nella direzione z
dimensioni delle gocce di legante sul piano x-y
Principio di funzionamento
strato i-esimo ottenuto muovendo la testina di stampa lungo x con deposizione di minuscole goccioline di legante sulla polvere presente sulla piattaforma di stampa
deposizione effettuata attivando selettivamente gli ugelli
unione puntiforme e progressiva dei singoli granelli del letto di polvere grazie al legante
abbassamento della piattaforma lungo z di una quantità pari allo spessore del nuovo strato
posizionamento dello strato di polvere e creazione dello strato (i+1)-esimo
ripetizione della procedura fino al completamento dell’oggetto
oggetto allo stato verde dopo la stampa → ridotta resistenza meccanica dipendente dalla forza adesiva esercitata dal legante
in tale stato la tecnologia BJ è adatta alla costruzione di forme e anime per processi di fonderia (polvere in terra da fonderia e legante in resina)
vantaggi:
possibilità di realizzare forma e anime transitorie senza bisogno di modelli e casse d’anima
densità idonea per favorire l’evacuazione dei gas dalla cavitÃ
elevata sgretolabilitÃ
proprietà meccaniche migliorate eseguendo sull’oggetto allo stato verde un trattamento termico suddiviso in due step principali:
riscaldamento a una T che provoca la vaporizzazione del legante (debinding)
riscaldamento a una T maggiore della precedente con formazione di legami chimici tra i granelli di polvere (sinterizzazione)
trattamenti idonei sia per materiali metallici che per materiali ceramici
anche i materiali plastici trovano ampia applicazione
polvere non legata intorno al pezzo rimossa per essere riutilizzata
polvere adesa alla parte rimossa mediante sabbiatura
pezzi realizzati con questa tecnologia:
molto porosi e piuttosto fragili
molto più economici rispetto alle altre tecnologie
adatti all’utilizzo come modelli estetici a scopo dimostrativo
Deposizione diretta di energia – Direct energy deposition (DED)
strati realizzati mediante deposizione di materiale con strategia di costruzione puntuale
utilizzo filo o polvere metallica come materiale da trasformare
il processo convoglia il materiale da trasformare, tramite uno o più ugelli, direttamente nello stesso punto in cui è focalizzata la sorgente di calore che fa avvenire la fusione → creazione di una traccia di materiale rapidamente solidificato
zona di fusione coperta da un gas di protezione che evita reazioni con l’ossigeno atmosferico
singolo strato composto da tracce adiacenti
ulteriore materiale aggiunto sovrapponendo altri strati a quelli già depositati e solidificati
processo comunemente usato per:
riparare componenti
aggiungere materiali a componenti esistenti
rivestire superfici metalliche
creare nuovi componenti deponendo materiali diversi in sequenza, operazione non consentita dalle tecnologie a letto di polvere
energia ad alta intensità fornita da sorgenti quali:
laser
fascio di elettroni
arco elettrico (solo per filo metallico)
Deposizione laser di polvere – Laser Powder Deposition (LPD)
soluzione maggiormente adottata per realizzare la DED
sfrutta un fascio laser per portare a fusione le polveri metalliche
polvere inviata dall’ugello mediante gas di trasporto
fascio focalizzato in modo da fondere, oltre alla polvere, una piccola porzione di substrato
testa di deposizione posta su un braccio robotico o su una struttura a portale
macchine di stampa DED con 3 o più gdl
consente di modificare la composizione del materiale durante la costruzione della parte utilizzando più alimentatori di polveri e un miscelatore per generare un mix omogeneo
permette di variare gradualmente le proprietà meccaniche o altre caratteristiche della parte
Tecnologia a letto di aerosol – Aerosol Jet Printing (AJP)
tecnologia basata sulla deposizione di strati sottili di materiale atomizzato che permette di depositare una vasta gamma di materiali su un’ampia varietà di substrati
aerosol generato da un atomizzatore e trasportato, mediante un canale, alla testa di deposizione dalla quale fuoriesce attraverso un ugello
utilizzo di un gas (azoto o aria compressa) con funzione di guaina, che spinge il flusso di aerosol verso la parte centrale del canale dell’ugello
flusso coassiale di aerosol e gas di guaina focalizzato sul substrato
diametro del flusso di aerosol inferiore rispetto a quello del canale dell’ugello con benefici in termini di:
aumento della risoluzione di stampa
assenza di contatto tra gocce di nebbia dell’aerosol e parete evitando l’ostruzione dell’ugello
dimensioni del flusso di aerosol variata agendo sulla regolazione della portata:
del gas di guaina
dell’aerosol
flusso di goccioline nebulizzate concentrato in un’area di diametro fino a circa un decimo di quello dell’ugello
aerosol depositato su:
superfici piane
superfici tridimensionali
testa di deposizione dotata di due assi di traslazione (z e x)
piatto di stampa, sul quale viene fissato il substrato, dotato di un’asse di traslazione (y)
per la deposizione su superfici tridimensionali piatto dotato di due assi che permettono di ruotare il substrato rispetto agli assi x e y (a e b) e z (c)
materiale stampato trattato termicamente o chimicamente in modo da consolidare, aderire a acquistare le proprietà elettriche e meccaniche necessarie
operazione eseguita direttamente sulla macchina o in forno
stampa e substrati in: ceramica, metallo, polimero, composito
aspetto essenziale rappresentato dalla sinterizzazione o polimerizzazione
possibilità di eseguire la sinterizzazione del film sottile depositato mediante riscaldamento a luce pulsata
substrato relativamente freddo per il breve tempo di esposizione alla luce durante il riscaldamento dello strato
raggiungimento di temperature elevate nel film senza danneggiamento del substrato
riduzione del tempo
Applicazioni delle tecnologie di stampa 3D nel settore biomedicale
Tecnologia che offre varie opportunità :
permette di aiutare la personalizzata
consente di migliorare la comprensione dei casi clinici complessi
fornisce nuovi strumenti per garantire standard di cura superiore
consente la costruzione di strumenti per la diagnostica e la chirurgia
realizzazione di modelli in vitro per lo studio delle malattie e di nuovi farmaci
rigenerazione dei tessuti e sostituzione funzionale di organi
Principali applicazioni
fabbricazione di protesi
formazione chirurgica
pianificazione di interventi chirurgici
miglioramento della comunicazione medico-paziente
realizzazione di dispositivi medici
settore dentale
biostampa 3D
Classificazione dei campi di applicazione della stampa 3D nel settore biomedicale
primo livello = classificazione riferita al materiale utilizzato
secondo livello = classificazione riferita al campo di applicazione
Applicazioni della stampa 3D nella fabbricazione di protesi su misura
Stampa 3D utilizzata per fabbricare impianti protesici progettati per le specifiche esigenze dei pazienti dagli specialisti di: ortopedia, odontoiatria e chirurgia maxillo-facciale.
Protesi interne
si fa riferimento alle endoprotesi, usate per:
sostituire un segmento scheletrico del corpo
integrare un segmento danneggiato
protesi formata da una o più parti, in materiali biocompatibili, integrate e ancorate all’osso del paziente
distinte in base al tipo di sostituzione da effettuare in:
protesi totale
protesi parziale
protesi di revisione
protesi di risuperficializzazione
ulteriore differenziazione basata sulla modalità con cui la protesi viene ancorata all’osso
protesi distinte in:
cementate = fissate all’osso utilizzando cemento (polimetilmetacrilato, PMMA) deambulazione quasi immediate con riabilitazione più veloce
non cementate:
ancoraggio senza uso di cemento
subiscono modifiche superficiali per accrescere l’osteointegrazione
deambulazione con supporto di stampelle → riabilitazione più lenta
adatta a pazienti giovani
scelta della protesi indirizzata da una fase di studio basata su esami diagnostici
possibili soluzione adottate influenzate da:
peso del paziente
allergie a materiale nella protesi
stadio della patologia
età del paziente
sesso
Fasi per la realizzazione di protesi interne
acquisizione immagini della parte prima dell’intervento mediante tecniche di imaging diagnostico
costruzione del modello 3D della parte mediante apposito software
costruzione del modello digitale della protesi, mediante software di modellazione 3D, sulla base della conformazione anatomica del paziente
costruzione del modello digitale del processo
fabbricazione della protesi con tecnologie di stampa scelta (SLB, EBM) utilizzando materiali biocompatibili quali titanio e le sue leghe
Titanio commercialmente puro
principali classi di titanio commercialmente puro (CP) definite attraverso il grado che varia da 1 a 4
differenti gradi legati al tenore di elementi interstiziali presenti
aumento del tenore di ossigeno da 0,18% (grado 1) a 0,4% (grado 4) con:
incremento di resistenza
diminuzione dell’allungamento a rottura
Ti CP caratterizzato da:
elevata biocompatibilitÃ
elevata resistenza alla corrosione per la formazione di un sottile strato superficiale di ossido
Grado 1:
caratterizzato da una minore resistenza meccanica e maggiore duttilità rispetto agli altri gradi del Ti
Grado 2:
possiede proprietà del grado 1 ma con maggiore resistenza meccanica e minore duttilitÃ
può essere stampato in 3D
Grado 3: evoluzione del grado 2 con ulteriore incremento di resistenza meccanica
Grado 4: titanio a più alta resistenza meccanica
Leghe di Titanio
Ti6Al4V
nota anche come Ti di grado 5
offre un eccellente compromesso tra resistenza meccanica, duttilità e tenacitÃ
Ti6Al4V ELI
ELI = Extra Low Interstitial
versione più pura della lega precedente
elementi interstiziali ulteriormente controllati e limitati → proprietà meccaniche superiori e maggiore resistenza a fatica
Ti6Al7Nb
biocompatibilità ulteriormente migliorata rispetto a quella del Ti6Al4V per la presenza del Nb in sostituzione del V
Ti12Mo6Zr2Fe
biocompatibilità migliorata per l’assenza di Al e V
eccellenti caratteristiche meccaniche, basso modulo di elasticità e elevata resistenza a corrosione, a fatica e a usura, elevata durabilitÃ
Ti13Nb13Zr
Caratterizzata da basso modulo di elasticità , elevata resistenza meccanica, elevata resistenza
alla corrosione e ottima biocompatibilitÃ
Ti15Mo
Caratterizzata da basso modulo di elasticità , alta resistenza meccanica, eccellente resistenza a
fatica, buona duttilità , eccezionale resistenza a corrosione ed eccezionale biocompatibilitÃ
Protesi d’anca
Artroplastica totale dell’anca: richiede l’introduzione di quattro parti per creare una nuova anca
Protesi costituita dal componente femorale (stelo) e da quello acetabolare (cotile). I componenti sono accoppiati tra loro mediante:
inserto acetabolare = posto all’interno del cotile
testa femorale = impiantata sul collo dello stelo
Componenti di una protesi d’anca
cotile:
parte a forma di coppia in lega di Ti
utilizzo del tantalio per favorire la ricrescita ossea e per contrastare la riproduzione batterica
caratterizzato da adeguata porosità sulla superficie esterna per favorire l’osteointegrazione
inserto acetabolare:
componente alloggiato all’interno del cotile
entra in contatto con la testa femorale
realizzato in polietilene a peso molecolare ultra elevato cross-linked o in polietilene addizionato con vitamina E (riduzione dell’usura per ossidazione)
stelo femorale:
parte inserita e ancorata all’interno del canale femorale
porta la testa femorale
caratterizzato da adeguata porosità per favorire l’osteointegrazione
testa femorale:
impiantata sul collo dello stelo
si articola con l’inserto acetabolare
realizzata solitamente in materiale ceramico
si può scegliere in base al diametro o alla lunghezza
Strutture cellulari in titanio
impianti ortopedici soggetti a condizioni gravose durante il loro utilizzo (carichi variabili ciclicamente, usura)
osteointegrazione:
responsabile della fissazione dell’impianto protesico all’osso
è uno dei fattori critici di successo della protesi
buona risposta ossea → riduzione del rischio di distacco o di allentamento dell’impianto
successo della risposta ossea nei processi di osteointegrazione dipende principalmente dalle proprietà superficiali della protesi
miglioramento della osteointegrazione della protesi con superfici porose in grado di imitare la struttura trabecolare dell’osso spongioso
ampia letteratura scientifica sulla capacità dell’osso di ricrescere all’interno delle porosità di solidi cellulari
ruolo fondamentale nella formazione di nuovo tessuto osseo svolto dalla dimensione dei pori e dal grado di porositÃ
recenti attività di ricerca hanno evidenziato:
il miglioramento dell’osteointegrazione a partire da una dimensione dei pori di 300
un’osteointegrazione più rapida con pori di diametro pari a 600
anche la rugosità della superficie influenza la risposta ossea
porosità e rugosità influenzate anche dalle proprietà meccaniche delle strutture
necessità di definire la corretta combinazione tra resistenza meccanica, modulo elastico, resistenza a corrosione, biocompatibilità , forma e dimensioni dei pori e rugositÃ
complessità superficiale delle protesi danno questi problemi:
distacco dal substrato dello strato poroso
fenomeni di corrosione
distacco dall’osso
EBM è la tecnologia più promettente per realizzare questo tipo di strutture
Simulatori chirurgici
fedeltà di un simulatore determinata dal realismo che riesce a riprodurre in termini di aspetto, caratteristiche tattili, capacità di feedback e interazioni con l’operatore
simulatori suddivisi in base al grado di fedeltà che può essere: alto o basso
le due categorie variano in modo significativo relativamente al:
grado di fedeltà rispetto all’anatomia del paziente
grado di complessitÃ
costo
Simulatori chirurgici ad alta fedeltÃ
principali caratteristiche:
utilizzano materiali ed equipaggiamenti realistici per rappresentare le operazioni che il chirurgo deve compiere
forniscono segnali per creare un ambiente più realistico e interattivo
guidano il chirurgo a eseguire le manovre nella corretta successione per completare con successo la procedura chirurgica
pur rappresentando un’importante attrattiva per il chirurgo in formazione, possono presentare costi elevati e potrebbero essere non ottimali per l’acquisizione di tecniche più complesse rispetto a quelle di base
utilizzano materiali ed equipaggiamento meno simili a quelli del setting chirurgico reale
utilizzati tipicamente per acquisire pratica in singole procedure quali:
esecuzione di nodi chirurgici
manipolazione degli strumenti
miglioramento della coordinazione mano-occhio
possono essere suddivisi in:
simulatori da banco
box trainer
simulatori da banco:
così definiti tutti i modelli statici
disponibilità di un’ampia gamma di simulatori per il training degli studenti e dei medici in formazione
box trainer:
simulatori a basso costo che riscuotono crescente interesse
vantaggi: basso costo, trasportabilità , possibilità di esercitarsi un numero elevato di volte e di acquisire familiarità con gli strumenti chirurgici
particolarmente utili nell’acquisizione delle abilità psicomotorie relative alla chirurgia laparoscopica
Simulatori chirurgici fabbricati mediante stampa 3D
vantaggio: capacità di adattamento a ogni esigenza di forma e complessità delle parti riprodotte
richiesta, nella simulazione di interventi chirurgici, di un grado di fedeltà elevato → le tecniche di stampa 3D utilizzate devono essere in grado di assicurare la riproduzione di organi o tessuti organici con caratteristiche simili a quelli del corpo umano
opportunità colta grazie alla disponibilità di tecniche di stampa capaci di ricreare tutti i tipi di tessuti
tecnologie per tessuti duri:
basate sull’utilizzo di materiali polimerici con caratteristiche meccaniche sufficientemente elevate
principali tecnologie utilizzate:
estrusione di materiale
getto di materiale
fotopolimerizzazione in vasca
tecnologie per tessuti molli:
estrusione con materiali flessibili come TPU, TPC o siliconici
fotopolimerizzazione in vasca con resine fotosensibili di tipo flessibile caratterizzate da basso valore di durezza
possibilità di ottenere, per ciascuna categoria di tessuto, parti con consistenza adeguata allo specifico caso agendo:
sul materiale
sui parametri di stampa quali:
il grado di riempimento
i motivi geometrici di riempimento
lo spessore delle pareti esterne della parte
controllo delle caratteristiche di rigidezza e di resistenza meccanica delle parti realizzate → simulazione della consistenza dell’organo
materiale:
caratteristiche, quali durezza, resistenza a flessione, modulo elastico, …, dipendenti dalla tipologia di resina
grado di riempimento e motivo geometrico:
contribuiscono a definire la rigidezza della parte
la sua scelta permette di simulare il comportamento elastico della maggior parte dei tessuti molli
spessore delle pareti esterne:
contribuisce a definire la consistenza dello strato esterno della parte
possibilità di simulare le caratteristiche dei tessuti epidermici e dei tessuti molli esterni di molti organi del corpo umano
possibilità di riprodurre anche organi soggetti a patologie
difficoltà :
fabbricazione organo con caratteristiche della zona affetta da patologia differenti da quelle della zona sana
ricostruzione del modello digitale 3D dell’organo mediante il software di modellazione grafica partendo dalle immagini ottenute con TC o RNM con mdc
identificazione delle diverse zone dell’organo
esportazione, per ciascuna zona, del relativo modello 3D
creazione del modello digitale del processo:
associando a ciascun modello 3D esportato i parametri per conseguire le caratteristiche desiderate
disponendo i modelli digitali nel volume di lavoro della stampante in modo da ricreare l’organo nella sua interezza
creazione del file G-code e avvio del processo di stampa
simulatore ottenuto dopo l’operazione di post-processing della parte stampata
simulatore sottoposto a testing da parte di un chirurgo esperto:
valutazione della corrispondenza tra le caratteristiche del simulatore e quelle dell’organo reale
feedback per l’ottimizzazione della fabbricazione dell’organo
completamento del processo iterativo al raggiungimento della corrispondenza tra le caratteristiche del simulatore e quelle richieste → definizione delle specifiche per la stampa della tipologia di organo
simulatore pronto per il training dei chirurghi in formazione
simulatori in grado di riprodurre casi reali e specifici caratterizzati da costi maggiori rispetto a quelli dei simulatori standard prodotti su larga scala
principali benefici dei simulatori ottenuti mediante stampa 3D:
miglioramento dell’efficacia del training del personale medico e degli specializzandi
aumento dell’efficacia dei chirurghi nell’esecuzione degli interventi
aspetto oggetto di studio: miglioramento dei materiali per ottenere la stessa consistenza dell’organo da riprodurre
Applicazioni della stampa 3D nella pianificazione di interventi chirurgici
consiste nel pianificare le attività dell’intervento al fine di:
migliorare l’accuratezza
ridurre i tempi di esecuzione
pianificazione eseguita, prima dell’avvento delle tecnologie digitali, tramite raccolta dati e immagini
la diagnostica per immagini (bidimensionale) potrebbe fornire un quadro non sufficientemente chiaro e completo in casi particolarmente complessi
evoluzione delle metodologie di pianificazione degli interventi grazie alla disponibilità di tecniche di realtà virtuale in grado di simulare l’intervento stesso (solo su un livello non tattile)
pianificazione chirurgica in grado di garantire standard d’intervento superiori grazie alla disponibilità della stampa 3D eseguita utilizzando materiali con caratteristiche fisiche simili a quelle di organi e tessuti
valore aggiunto della stampa 3D rappresentato dalla possibilità di organizzare l’intervento su un modello in scala 1:1 del tessuto/organo da operare
vantaggi della stampa 3D nella riduzione dei costi
Applicazione della stampa 3D per il miglioramento della comunicazione medico-paziente
fabbricazione di parti come strumento per favorire la comunicazione tra medico e paziente
consente al medico di spiegare la patologia e/o l’intervento con maggiore chiarezza
benefici in termini di miglioramento:
dell’interazione medico-paziente (riduzione dei contenziosi)
della partecipazione del paziente nel processo diagnostico-terapeutico
Testo non selezionabile ma cliccabile.