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Antivirus (software)

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Antivirus (software)

Un antivirus (software) è un programma progettato per prevenire, rilevare e rimuovere malware come virus, worm, trojan, spyware e ransomware dai dispositivi elettronici, inclusi computer, smartphone e reti.

Punti chiave:

  • Definizione essenziale: Si tratta di un tool di sicurezza che scansiona file e comportamenti per identificare minacce, spesso integrato in pacchetti più ampi di cybersecurity.
  • Funzionamento di base: Utilizza metodi come il rilevamento basato su firme (confronto con database noti), euristico (analisi di pattern sospetti) e comportamentale (monitoraggio di azioni anomale), con scansioni in tempo reale o programmate.
  • Necessità nel 2025: La ricerca suggerisce che sia ancora utile per la maggior parte degli utenti, specialmente su Windows e Android, a causa dell’evoluzione delle minacce cyber; tuttavia, per utenti cauti con protezioni integrate come Windows Defender, potrebbe non essere strettamente essenziale, anche se aggiunge strati extra di difesa.

Come funziona un antivirus?

Gli antivirus operano in background, monitorando continuamente il sistema. Ad esempio, durante una scansione, confrontano i file con un database di minacce note (aggiornato frequentemente) e usano intelligenza artificiale per rilevare anomalie. Se una minaccia viene identificata, il software la quarantena o la elimina automaticamente. Funzionalità avanzate includono firewall per bloccare traffico sospetto e protezione web contro phishing.

È davvero necessario?

Dipende dal dispositivo e dalle abitudini: su iOS è meno critico grazie al sistema chiuso, ma su piattaforme aperte come Windows o Android, aiuta contro le centinaia di migliaia di nuove minacce giornaliere. Le protezioni integrate sono migliorate, ma terze parti offrono extra come VPN e monitoraggio identità. Evidenza indica che, con cybercrime in aumento (costi medi di breach a 4,88 milioni di dollari), un approccio multilayer è prudente, senza fare affidamento solo su un tool.


Un antivirus software rappresenta uno strumento fondamentale nella cybersecurity moderna, concepito per salvaguardare dispositivi e reti da una vasta gamma di minacce digitali. Originariamente sviluppato per contrastare i virus informatici classici, che si replicano modificando altri programmi, oggi gli antivirus affrontano un ecosistema di malware più complesso, inclusi keylogger (che registrano tasti premuti), browser hijacker (che alterano impostazioni del browser), trojan (programmi camuffati da legittimi), worm (che si diffondono autonomamente), rootkit (che nascondono malware nel sistema), spyware (che spiano dati personali), adware (che mostra pubblicità indesiderate), botnet (reti di dispositivi infetti controllati remotamente), attacchi phishing (truffe via email o siti falsi) e ransomware (che cripta file richiedendo riscatto). Con l’espansione dell’Internet of Things (IoT) e la proiezione che il 90% della popolazione globale over-6 sarà connessa entro il 2030, il rischio di cyberattacchi è esponenziale, con costi medi per breach mobile a 1,9 milioni di dollari secondo studi IBM del 2023.

Storia e evoluzione

Sebbene non tutti i fonti dettagliino la storia, gli antivirus emergono negli anni ’80 con i primi virus per PC. Oggi, integrano machine learning e AI per contrastare zero-day attacks (minacce sconosciute), superando i limiti dei metodi tradizionali. Produttori come Norton, ESET e Sophos enfatizzano come il software non solo rilevi ma prevenga infezioni, adattandosi a minacce fileless (senza file, come tramite PowerShell).

Come funziona in dettaglio

Gli antivirus operano su più fronti, combinando processi background con scansioni attive. Al cuore c’è un database di firme malware (oltre 1 miliardo di campioni noti, aggiornati più volte al giorno). Ecco i meccanismi principali:

  • Scansioni:
    • Manuale: Avviata dall’utente per file specifici.
    • On-access/in tempo reale: Attiva all’avvio o all’accesso a file, prevenendo infezioni immediate.
    • Programmata: Eseguita automaticamente a intervalli (es. giornalieri).
    • Quick: Focalizzata su aree ad alto rischio come file temporanei e memoria, dura meno di 30 minuti.
    • Full: Esamina l’intero sistema, inclusi dispositivi esterni, ma richiede più tempo.
    • Metodi di rilevamento: La seguente tabella riassume i tipi principali:
Metodo Descrizione Vantaggi Svantaggi
Basato su firme Confronta file con database di stringhe uniche note. Altamente accurato per minacce conosciute. Non rileva varianti nuove o modificate fino a aggiornamenti.
Euristico Analizza pattern simili a virus noti usando algoritmi. Cattura malware non ancora in database. Può generare falsi positivi (file legittimi flaggati).
Comportamentale Monitora azioni sospette (es. modifiche file, connessioni remote) con AI/ML. Efficace contro zero-day (>99% detection rate). Richiede risorse di sistema.
Analisi cloud Invia file sospetti a server vendor per test. Gestisce volume alto di campioni nuovi. Dipende da connessione internet.
Sandbox Esegue codice in ambiente virtuale isolato per osservare comportamenti. Isola minacce potenziali. Non sempre pratico per scansioni rapide.
HIPS (Host Intrusion Prevention System) Blocca azioni basate su firme comportamentali. Previene intrusioni in tempo reale. Può interferire con software legittimo.
  • Rimozione e quarantena: Una volta rilevata, la minaccia è eliminata o isolata in una cartella sicura, permettendo all’utente di decidere (pulizia o cancellazione). Alcuni software notificano via pop-up, altri agiscono automaticamente.

  • Funzionalità aggiuntive: Firewall AI per traffico anomalo, aggiornamenti automatici ogni 5-15 minuti, protezione email/web, controlli parentali, gestori password e VPN. Per minacce specifiche come ransomware, bloccano accessi non autorizzati a file.

Limitazioni includono consumo risorse (rallentamenti), falsi positivi, interferenze con aggiornamenti sistema e incapacità di coprire tutti vettori (es. attacchi fileless). Nessun antivirus è 100% efficace, richiedendo approcci multilayer con firewall, aggiornamenti OS e buone pratiche.

È davvero necessario nel 2025?

La risposta non è assoluta, ma l’evidenza punta verso un “sì” per la maggioranza, con sfumature. Cyberminacce evolvono rapidamente: AV-Test registra >450.000 nuovi malware/PUA al giorno, con Windows target principale (87% ransomware), seguito da Android (5%) e macOS (7%). Costi breach globali a 4,88 milioni di dollari nel 2024, con 59% organizzazioni colpite da ransomware.

  • Per dispositivo:
    • Windows: Altamente raccomandato; Defender è solido (punteggi perfetti AV-TEST), ma manca feature avanzate come VPN o monitoraggio breach. Terze parti aggiungono valore per utenti a rischio.
    • macOS: Utile per minacce crescenti; XProtect blocca noti ma non scansione attiva o PUA.
    • Android: Necessario per app maligne e phishing.
    • iOS: Meno essenziale, grazie a sistema chiuso; app security extra aiutano contro spyware come Pegasus.
    • Altri (Linux, Chromebook): Meno bisogno se pratiche sicure.

Pro: Protezione extra contro phishing, adware, zero-day; bundle con tool utili. Contro: Possibili rallentamenti, costi, interferenze. Per utenti cauti (aggiornamenti regolari, password forti, 2FA, backup), built-in suffice, ma con cybercrime up 33% nel 2023, multilayer è ideale. Opinioni variano: alcuni esperti dicono Defender basta per la maggioranza, altri enfatizzano terze parti per completezza. In sintesi, mentre non “indispensabile” per tutti, riduce rischi in un paesaggio digitale complesso, specialmente per dati sensibili.

Key Citations:


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