Uiguri
Punti Chiave
- Gli Uiguri sono un gruppo etnico di lingua turca che risiede principalmente nella regione dello Xinjiang in Cina, con una popolazione di circa 11-12 milioni in Cina, noti per la loro fede musulmana sunnita e tradizioni culturali distinte.
- La ricerca suggerisce che abbiano radici antiche in Asia Centrale, con una storia di regni indipendenti, sebbene abbiano affrontato periodi di dominio esterno e integrazione nella Cina moderna dal 1949.
- La cultura uigura enfatizza l’agricoltura, la vita comunitaria e le pratiche islamiche, ma sembra probabile che la rapida modernizzazione e i cambiamenti demografici abbiano influenzato le tradizioni.
- Le evidenze indicano preoccupazioni continue per i diritti umani nello Xinjiang, inclusi rapporti su detenzioni e restrizioni culturali, sebbene la Cina sostenga che si tratti di misure antiterrorismo; questo argomento rimane altamente dibattuto con opinioni diverse da osservatori internazionali e autorità cinesi.
Origini e Storia
Gli Uiguri tracciano le loro origini a gruppi nomadi in Asia Centrale, con il nome che appare per la prima volta in registri di un khanato dell’VIII secolo in quella che oggi è la Mongolia. Dopo la sua caduta nel 840 d.C., molti migrarono nell’area dello Xinjiang, stabilendo regni fino alla conquista mongola nel XIII secolo. Nei tempi moderni, la regione passò sotto il controllo cinese nel 1949, diventando la Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang nel 1955, tra tensioni sull’autonomia e la migrazione cinese Han. Movimenti brevi di indipendenza si verificarono negli anni ’30 e ’40, ma furono di breve durata.
Cultura e Vita Quotidiana
Gli Uiguri sono principalmente agricoltori sedentari in comunità oasi, coltivando colture come grano, mais e cotone utilizzando l’irrigazione in paesaggi aridi. La loro lingua è turca, spesso scritta in alfabeto arabo, e praticano l’Islam sunnita, con tradizioni che includono villaggi comunitari e arti influenzate dall’Asia Centrale. La vita sociale si centra sulla famiglia e la religione, sebbene i rapporti indichino sfide da politiche che promuovono il mandarino e restringono pratiche come il digiuno durante il Ramadan.
Situazione Attuale
Sembra che gli Uiguri affrontino sfide significative nello Xinjiang, con rapporti internazionali che evidenziano detenzioni in strutture di rieducazione, sorveglianza e cambiamenti demografici dovuti all’afflusso Han. Queste sono spesso collegate agli sforzi antiterrorismo della Cina dopo i disordini del 2009. Tuttavia, la Cina afferma che la regione gode di stabilità e crescita economica, negando abusi e inquadrando le misure come protettive.
Gli Uiguri rappresentano uno dei gruppi etnici turchi più prominenti in Asia Centrale, con un ricco retaggio storico, tradizioni culturali vivaci e un’esistenza contemporanea complessa modellata da dinamiche geopolitiche. Risiedono principalmente nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang (XUAR) in Cina, con circa 11-12 milioni di individui in Cina, che costituiscono circa il 45% della popolazione della regione, accanto a comunità più piccole in paesi vicini come Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan. Come musulmani sunniti che parlano una lingua turca strettamente correlata all’uzbeko, gli Uiguri mantengono un’identità distinta radicata in un’eredità nomade, pratiche islamiche e agricoltura basata su oasi, sebbene la loro storia sia sempre più intrecciata con dibattiti su autonomia, modernizzazione e diritti umani.
Contesto Storico e Origini
L’etnonimo “Uiguro” emerse per la prima volta in registri storici riferiti a una confederazione nomade che stabilì il Khanato Uiguro nell’VIII secolo lungo il fiume Orhon nell’attuale Mongolia. Questo regno, noto per le sue influenze religiose manichee e alleanze con la Dinastia Tang, cadde nel 840 d.C. per mano degli invasori kirghisi, spingendo una migrazione verso sud-ovest nel Bacino del Tarim, nell’attuale Xinjiang. Lì, formarono polity indipendenti intorno a oasi come Turfan, mescolandosi con popolazioni locali indo-europee e adottando l’Islam entro il X secolo.
Gli studiosi dibattono l’ascendenza precisa, con alcuni che collegano gli Uiguri moderni a gruppi antichi nello Xinjiang fin dal XVII secolo a.C., mentre altri enfatizzano la migrazione post-IX secolo come fondativa. Sotto il dominio mongolo dal XIII secolo e poi la Dinastia Qing (XVIII secolo), la regione – nota agli Uiguri come Turkestan Orientale – sperimentò vari gradi di autonomia. Il XIX e l’inizio del XX secolo videro rivolte contro il controllo Qing e repubblicano cinese, culminando in brevi dichiarazioni di indipendenza: la Prima Repubblica del Turkestan Orientale (1933-1934) nello Xinjiang meridionale e la Seconda (1944-1949) nel nord.
Nel 1949, dopo l’istituzione della Repubblica Popolare Cinese, lo Xinjiang fu incorporato, con molti leader uiguri che perirono in un misterioso incidente aereo mentre si recavano a negoziati. La Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang fu formalizzata nel 1955, promettendo autogoverno, ma il potere rimase in gran parte con funzionari cinesi Han. Le politiche durante il Grande Balzo in Avanti (1958-1962) portarono a carestie e esodi di massa, mentre la Rivoluzione Culturale represse espressioni religiose e culturali. Le tensioni si intensificarono negli anni ’80-’90 con proteste contro la migrazione Han, lo sfruttamento delle risorse e le restrizioni religiose, inclusi tumulti a Baren (1990) e Ghulja (1997).
Dopo l’11 settembre, la Cina inquadrò alcune attività separatiste uigure come terrorismo, intensificando i controlli dopo i tumulti di Urumqi del 2009, che causarono quasi 200 morti e arresti diffusi. L’importanza strategica dello Xinjiang per risorse (petrolio, gas, cotone) e l’Iniziativa Belt and Road ha ulteriormente centralizzato la supervisione di Pechino.
Demografia e Tendenze Popolazionali
Secondo il censimento cinese del 2020, gli Uiguri ammontano a circa 11,5 milioni nello Xinjiang, in calo dal oltre il 90% della popolazione negli anni ’50 a circa il 45% oggi, a causa della migrazione Han incoraggiata dallo stato (ora ~42%). I tassi di natalità nelle aree a maggioranza uigura sono crollati drasticamente – del 48,7% tra il 2017 e il 2019 – tra rapporti di pianificazione familiare coercitiva, in contrasto con le medie nazionali. La riqualificazione urbana ha sfollato milioni da quartieri tradizionali.
| Aspetto | Dettagli | Fonti |
|---|---|---|
| Popolazione in Cina | ~11,5-12 milioni (censimento 2020) | , |
| Proporzione nello Xinjiang | ~45% (Han ~42%, altri ~13%) | , |
| Diaspora | ~425.000 in Asia Centrale (Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan) | , |
| Declino del Tasso di Natalità | 84% nelle aree uigure (2015-2018); ulteriore 30-56% nel 2019 | , , |
| Impatto della Migrazione | Crescita della popolazione Han: 2.500% dagli anni ’40 |
Lingua, Religione e Tradizioni Culturali
La lingua uigura appartiene alla famiglia turca, parte del ramo uiguro-chagatai, e è scritta in alfabeto arabo in Cina (sebbene varianti cirilliche e latine esistano altrove). La letteratura e le tradizioni orali attingono da influenze persiane e turche, con contributi storici alle arti dell’Asia Centrale.
Come musulmani sunniti, la religione è centrale, con pratiche che includono la frequentazione delle moschee, l’osservanza del Ramadan e regole alimentari halal. La cultura ruota intorno alla vita del villaggio (mehelle), con enfasi sull’ospitalità, la musica (ensemble muqam), la danza e l’artigianato come la tessitura di tappeti. L’agricoltura domina, con l’irrigazione che supporta colture in oasi aride; il cotone è un prodotto industriale chiave. Tuttavia, le politiche dagli anni 2000 hanno spostato l’istruzione verso il dominio del mandarino, limitato nomi religiosi e vietato ai minori l’accesso alle moschee, sollevando preoccupazioni per l’erosione culturale.
Condizioni Economiche e Sociali
Gli Uiguri sono coinvolti in agricoltura, estrazione mineraria e petrolio, ma affrontano discriminazioni occupazionali: assunzioni preferenziali per Han nei settori statali lasciano agli Uiguri tassi di occupazione del 15% tra i laureati e salari al 59% di quelli Han. Il Corpo di Produzione e Costruzione dello Xinjiang, che controlla vaste terre, promuove l’insediamento Han e la sinizzazione. I programmi di alleviamento della povertà hanno coinvolto trasferimenti di lavoro, talvolta criticati come coercitivi.
Diritti Umani e Sfide Contemporanee
Dal 2017, sotto le politiche del Presidente Xi Jinping, lo Xinjiang ha visto misure di sicurezza intensificate, inclusi detenzioni di massa in VETCs (stimati 1-2 milioni colpiti), inquadrate dalla Cina come formazione professionale per combattere l’estremismo. Rapporti di sopravvissuti e fughe di notizie (es. Xinjiang Police Files) dettagliano torture, violenze sessuali, lavoro forzato e indottrinamento. La sorveglianza pervasiva tramite IA, posti di blocco e soggiorni in casa da parte di funzionari prende di mira gli Uiguri in modo sproporzionato.
Misure di pianificazione familiare, inclusi sterilizzazioni e IUD, hanno portato a tassi di natalità in calo, con testimoni che allegano coercizione. I bambini sono spesso separati in scuole statali per l’assimilazione. Organi internazionali come l’OHCHR delle Nazioni Unite (2022) hanno descritto queste come possibili crimini contro l’umanità, esortando indagini. Paesi inclusi USA, UK e Canada l’hanno etichettata come genocidio.
La Cina nega queste accuse, affermando che le misure garantiscono stabilità, prosperità e diritti uguali, con i VETCs come strumenti di de-radicalizzazione. I white paper enfatizzano uno sviluppo centrato sulle persone e contrastano le “diffamazioni” occidentali. Regolamenti recenti (2024) stringono i controlli religiosi, secondo HRW. Le molestie alla diaspora si estendono all’estero, influenzando comunità in Canada e altrove.
Discussioni recenti sui social media (a novembre 2025) evidenziano pressioni sulla ricerca accademica sullo Xinjiang e chiamate per solidarietà globale contro presunti abusi. Figure notevoli come l’economista Ilham Tohti (imprigionato dal 2014) e attivisti all’estero continuano l’advocacy. La situazione rimane polarizzata, con chiamate per accesso indipendente e sanzioni contro l’enfasi cinese sulla sovranità.
| Cronologia degli Eventi Chiave | Descrizione | Fonti |
|---|---|---|
| VIII Secolo d.C. | Khanato Uiguro stabilito in Mongolia | , |
| 840 d.C. | Migrazione nello Xinjiang dopo la caduta del khanato | , |
| XIII Secolo | Conquista mongola | |
| XVIII-XIX Secoli | Dominio della Dinastia Qing; rivolte | |
| 1933-1934, 1944-1949 | Brevi Repubbliche del Turkestan Orientale | |
| 1949-1955 | Incorporazione nella RPC; istituzione XUAR | , |
| 1958-1962 | Grande Balzo in Avanti; carestie, esodi | |
| Anni ’80-’90 | Proteste, tumulti (Baren 1990, Ghulja 1997) | , |
| 2009 | Tumulti di Urumqi; ~200 morti | , |
| 2017-Presente | Sicurezza intensificata; VETCs, sorveglianza | , , , |
| 2022 | Rapporto OHCHR delle Nazioni Unite sulle violazioni | , , |
| 2024-2025 | Regolamenti religiosi stringenti; dibattiti in corso | , , |
Questa panoramica completa sottolinea la resilienza culturale duratura degli Uiguri tra cambiamenti storici e controversie moderne, con scrutinio internazionale continuo e politiche domestiche che modellano il loro futuro.
Citazioni Chiave
- China’s Repression of Uyghurs in Xinjiang
- Who are the Uyghurs and why is China being accused of genocide?
- China: Religious Regulations Tighten for Uyghurs
- Uyghur | History, Language, China, & Muslims
- Against Their Will: The Situation in Xinjiang
- The Human Rights Situation of Uyghurs in Xinjiang, China
- Uyghurs in China
- China
- China responsible for ‘serious human rights violations’ in Xinjiang
- China issues white paper on protecting rights of Xinjiang’s ethnic groups
- OHCHR Assessment of human rights concerns in the Xinjiang Uyghur Autonomous Region
- UN Human Rights Office report on Xinjiang
- UHRP Condemns White Paper Whitewashing 70 Years of Repression of Uyghurs
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