Riassunti materiali dentari

Riassunti materiali dentali

Apparato stomatognatico = comprende tutte le strutture ossee, articolari, muscolari, vascolari e nervose che partecipano alle seguenti funzioni fisiologiche

Cranio

Si divide in:

  • neurocranio o scatola cranica = localizzato posteriormente, accoglie l’encefalo e centri nervosi

  • splancnocranio o massiccio facciale = complesso osseo che delimita orbite, cavità nasali e orale

Splancnocranio

Si divide in:

  • mandibola = osso impari e mediano, unica parte mobile dello scheletro della faccia. Sul margine superiore della mandibola sono presenti i processi alveolari dove si inseriscono i denti. Forma l’ATM (articolazione temporo mandibolare)

  • osso mascellare

  • palatino

  • zigomatico

  • nasale e lacrimale

  • vomere

  • ioide = osso mobile posto davanti alla gola, coinvolto nella fonazione e nella deglutizione

Articolazione temporo mandibolare

È un’articolazione molto importante perché consente molti tipi di movimenti: simmetrici, asimmetrici, esterni e di contatto.

Cavità orale

Cavità orale = essa è il primo tratto dell’apparato respiratorio e digerente, i denti si trovano al suo interno

Denti

Denti = sono gli organi preposti alla funzione masticatoria, essi sono divisi in due parti: corona e radice. La zona di passaggio tra la corona e la radice si chiama colletto.

Struttura del dente

Corona = parte del dente visibile non inglobata dalla gengiva

Smalto = tessuto bianco traslucido, esso riveste la zona del dente esposta all’ambiente orale, proteggendola dall’usura e dall’acido dei batteri cariogeni. Esso è altamente mineralizzato

Dentina = elemento posto sotto la corona, è poroso e molto più tenero dello smalto, essa ha anche più materiale organico dello smalto. Essa funge da ammortizzatore e da sostegno per la corona del dente, in più è attraversata dai tubuli dentinali.

Polpa dentale = tessuto connettivo altamente vascolarizzato e innervato, essa si trova all’interno della dentina

Radice = parte del dente presente all’interno dell’osso alveolare.

I denti si dividono in questo modo

Gengiva e parodonto

Gengiva e parodonto = sono l’insieme dei tessuti che circondano, sostengono e nutrono il dente. I protagonisti sono: la gengiva, il legamento parodontale (alveolo-dentale), il cemento, l’osso alveolare.

Le funzioni di questi elementi sono: di supporto, formazione dei tessuti, nutrimento

Carie

Carie = malattia infettiva a carattere cronico-degenerativo multifattoriale. Essa si forma per un’iniziale processo di demineralizzazione dei tessuti duri dei denti a causa della produzione acida della placca batterica.

Se non curata, essa penetra fino alla polpa, che va incontro a necrosi delle sue cellule.

Malattia parodontale

Malattia parodontale = essa comprende le gengiviti e le parodontiti, due patologie.

Gengivite = infiammazione della gengiva, che se non curata evolve in parodontite (piorrea)

Parodontiti = sono un gruppo di patologie che hanno in comune la distruzione del sistema di sostegno del dente. Si manifestano con una perdita di attacco e di osso e recessione della gengiva

Malocclusione

Malocclusione = è un’alterata chiusura delle arcate dentali, si verifica cioè un allineamento anomalo tra i denti superiori e quelli inferiori

Riassorbimento osseo

Riassorbimento osseo = fenomeno per cui, quando si perdono i denti, l’osso alveolare non svolge più la funzione di sostegno dei denti e inizia a riassorbirsi

Odontoiatria restaurativa o conservativa

Odontoiatria restaurativa o conservativa = branca dell’odontoiatria che si occupa della prevenzione e della terapia delle lesioni degli elementi dentali.

Endodonzia

Endodonzia = branca dell’odontoiatria che si occupa della morfologia, fisiologia e patologia della polpa dentale e dei tessuti.

Quando la carie arriva alla polpa dentale, si dovrà procedere con una devitalizzazione.

Pedodonzia

Pedodonzia = branca dell’odontoiatria che si concentra sulla cura dei denti dei bambini.

Incappucciamento

Incappucciamento indiretto = quando c’è una lesione cariosa che si estende al limite della camera pulpare viene inserito un materiale che previene l’esposizione pulpare e stimola la produzione di nuova dentina

Incappucciamento diretto = come sopra, ma con esposizione pulpare che deve essere puntiforme

Pulpotomia

Pulpotomia = asportazione della sola polpa camerale per preservare la polpa radicolare. Nei denti decidui (da latte) serve a garantire la rizalisi (riassorbimento delle radici)

Pulpectomia

Pulpectomia = asportazione dell’intera polpa dentaria con devitalizzazione del dente

Ortodonzia

Ortodonzia = è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di curare e prevenire le anomalie occlusali.

Ci sono due tipi di ortodonzia:

  • ortopedica/funzionale = per pazienti non adulti

  • classica = per pazienti adulti

Gnatologia

Gnatologia = studia la fisiologia, la patologia e le funzioni della mandibola.

La terapia gnatologica serve a ripristinare la corretta posizione della mandibola

Protesi

Protesi = dispositivi artificiali atti a sostituire la dentatura naturale

Scopi delle protesi:

  • funzionalità = corretta masticazione e funzioni articolari

  • resistenza = sopportare il carico masticatorio e l’usura dei liquidi orali

  • inccuità = le protesi non devono essere tossiche

Classificazione delle protesi:

  • fissa = capsula, ponte

  • mobile = dentiera

  • mista

Implantologia e chirurgia orale

Implantologia e chirurgia orale = branca dell’odontoiatria che si occupa della prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie del cavo orale.

Scopi della chirurgia orale:

  • estrazioni dentali

  • rimozione di radici o denti inclusi nell’osso

  • asportazione del dente malsano

Ci sono tre tipologie di implantologia:

  • implantologia standard

  • implantologia post estrattiva

  • implantologia a carico immediato

Riassorbimento osseo

L’osso alveolare è importante perché mantiene il dente nell’osso della mascella e risponde alla sollecitazione esercitata sul dente. Con la perdita dei denti l’osso alveolare non svolge più questa funzione e inizia a riassorbirsi

Parti di un impianto

  • fixture = parte interna dell’impianto

  • vite tappo = copre l’apertura superiore della fixture per poi richiudere la gengiva

  • vite di guarigione = una volta verificata l’osteointegrazione, si rimuove la vite tappo e si inserisce questa per dare forma alla gengiva

  • moncone = sorregge la corona e si trova in parte nelle fixture (a cui è fissata tramite una vite)

  • corona = corona artificiale

Trapano odontoiatrico

Può essere suddiviso in due categorie:

  • turbine = strumento che per il suo funzionamento sfrutta l’aria compressa

  • micromotori elettrici a induzione = sono dei motori sui quali vengono montati dei terminali, i manipoli o i contrangoli

Modulo piezoelettrico

Il movimento dell’inserto avviene linearmente sull’asse del manipolo

Manipoli odontoiatrici

  • turbina

  • micromotore anello rosso = aumenta la velocità

  • micromotore anello blu = mantiene la stessa velocità

  • micromotore anello verde = diminuisce la velocità

Frese per preparazione cavità

Frese = sono strumento per rimuovere le carie e per la preparazione della cavità da otturazione. Le frese possono essere: turbina, contrangolo o manipolo.

In base ai numeri scritti sulla fresa si riconosce il tipo di fresa.

Gommini per lucidatura

Gommini per lucidatura = sono dei gommini che servono a lucidare i vari strumenti

Radiologia odontoiatrica

Essa si divide in:

  • radiologia endorale = tipo di radiologia che si limita a 2/3 denti

  • radiologia extraorale = radiologia che va ad esaminare tutti i denti. Lo svantaggio è che si ha una visione in 2D di un elemento in 3D, quindi si perde la prospettiva

Essa può dividersi anche in base alla quantità di radiazioni, in I o II livello

Centratori di Rinn = sono dei dispositivi che permettono di fare correttamente una radiografia, garantendo la giusta direzione dei raggi-X

Diga

Diga = foglio di gomma o lattice che serve ad isolare uno o più denti

Essa è usata nelle cementazioni adesive, in quanto l’umidità eccessiva non permette una cementazione ideale

Ganci diga = sono dei ganci per bloccare la diga al dente da isolare

Materiali per conservativa

  • mordenzante (acido ortofosforico 37%)

  • adesivi (universali o bifasici)

  • compositi

Principali tipi di composito

  • universale

  • flow = più liquido

  • duale

Lampada fotopolimerizzatrice

Lampada fotopolimerizzatrice = permette la polimerizzazione del composito

Carta da autocolarazione

Carta da autocolarazione = foglio che segna i punti dove i denti toccano. Se ne usano due per vedere i diversi punti di contatto nei diversi movimenti masticatori

Coni di guttaperca

Coni di guttaperca = vengono usati per chiudere i canali

Cemento per guttaperca

Cemento per guttaperca = serve per lubrificare il canale e per far aderire la guttaperca

Tipi di impronte

  • impronte preliminari (da studio) = eseguite a scopi diagnostici o per la costruzione di portaimpronte individuali

  • impronte principali = eseguite allo scopo di rilevare il più accuratamente possibile la morfologia delle aree anatomiche interessate per la costruzione delle protesi dentarie e di altri dispositivi

  • impronte di posizione e di trasferimento = rilevano le relazioni esistenti tra dispositivi inseriti nella cavità orale (impianti)

  • in alginato

Impronta in alginato

Impronta in alginato = è un tipo di impronta poco precisa, essa rileva la forma e la grandezza delle strutture anatomiche del cavo orale. Si ottiene miscelando acqua e polvere di alginato.

Per ottenere un’impronta bisogna considerare alcuni tempi:

  • tempo di lavoro = tempo per miscelare il materiale

  • tempo di presa = tempo per far aderire il materiale alla forma dei denti

Dopo che è stata fatta la miscela, va messa su portaimpronta 

Portaimpronta = elemento su cui mettere il materiale

Materiali da impronta

Materiali da impronta = essi devono essere: elastici, viscosi, biocompatibili

Requisiti dei materiali da impronta

  • biocompatibilità

  • odore, sapore e colore gradevole

  • tempi di preparazione e di indurimento idonei allo scopo a cui sono destinati

  • resistenza sia in fase di inserimento che di estrazione

  • cambiamenti dimensionali trascurabili durante il loro indurimento nella cavità orale

  • elasticità per non subire deformazioni permanente durante l’estrazione

  • adeguata resistenza affinché le zone sottili non si lacerino

  • cambiamenti dimensionali trascurabili con le

  • elevata stabilità dimensionale dopo aver preso l’impronta

  • compatibilità con i materiali e i metodi dei modelli

  • costo ridotto

  • lunga durata di utilizzo senza subire deterioramenti

  • facile disinfezione senza subire alterazioni

  • viscosità

  • diversi tipi di materiali (idrofobo o idrofilo) a seconda dei casi

Classificazione dei materiali da impronta

  • elasticità

  • non elasticità

  • viscosità

In base all’elasticità:

  • elastici = elevata elasticità dopo l’indurimento e possono essere impiegati in presenza di sottosquadri nei tessuti duri e molli

  • rigidi = usati in presenza di modesti sottosquadri presenti nei tessuti molli

Materiali da impronta elastici

  1. elastomeri sintetici:

  2. polisolfuri

  3. siliconi di condensazione

  4. siliconi di addizione (polivinilsilossani)

  5. polieteri

  6. idrocolloidi (elementi dispersi in acqua):

  7. irreversibili (alginati)

  8. reversibili (agar)

  9. materiali per duplicazione: vengono usati per creare una copia per fare più lavorazioni

Materiali da impronta non elastici

  • gesso da impronta

  • paste termoplastiche

  • paste all’ossido di zinco

  • cere da impronta

Classificazione in base alla viscosità

  • mucostatici = materiali molto fluidi che rilevano le impronte dei tessuti molli senza causare una loro apprezzabile deformazione

  • mucocompressivi = materiali più viscosi che generano una certa pressione sui tessuti e una loro conseguente deformazione più o meno marcata

Portaimpronta

Portaimpronta (cucchiaio) = hanno lo scopo di sostenere i materiali da impronta durante l’esecuzione dell’impronta stessa.

Tipi di portaimpronta del commercio

  • cucchiaio intero = per arcata superiore

  • cucchiaio a ferro di cavallo = per arcata inferiore

Adesivo = serve per far aderire il gesso all’impronta

Classificazione di portaimpronta

  1. di serie = reperibili in commercio e si suddividono in:

  2. riutilizzabili = metallici che possono essere forati o lisci

  3. a perdere = costruiti in resina sintetica, si usano solo una volta

  4. individuali = costruiti per ogni singolo paziente impiegando in genere un modello preliminare dell’arcata interessata. Essa è usata per uniformare le diverse parti della bocca di un paziente che non ha denti da una parte

Portaimpronte per edentuli = usati per pazienti privi di denti

 

Idrocolloidi da impronta

Idrocolloide = sistema colloidale il cui mezzo disperdente è l’acqua, hanno due forme:

- idrosol = idrocolloide che si presenta sotto forma di liquido viscoso

- idrogel = idrocolloide che si presenta sotto forma di massa semisolida gelatinosa

I materiali devono essere idrosol all’inizio e poi idrogel una volta messi in bocca

Essi si dividono in:

- idrocolloidi reversibili = agar, passano da stato gel a sol tramite opportuno riscaldamento (a T di liquefazione) e passano da stato di sol a gel tramite opportuno raffreddamento (a T di gelificazione). Sono formati da aggregati di macromolecole di polisaccaridi (fibrille o micelle) tenuti allo stato di gel da legami chimici secondari (legami deboli rompibili facilmente dalla T)

- idrocolloidi irreversibili = alginati, i gel non ritornano sol

Caratteristiche idrocolloidi da impronta

  • dotati di una modesta resistenza meccanica

  • sono in grado di subire modeste deformazioni elastiche senza rompersi

  • i gel presentano un elevato grado di elasticità sotto l’azione di sollecitazioni dinamiche

  • allo stato di gel presentano una notevole instabilità dimensionale, si possono avere due fenomeni:

  • sineresi = il gel conservato all’aria perde acqua e il materiale si contrae

  • imbibizione = il gel assorbe acqua

Per evitare questi due fenomeni è necessario costruire i modelli subito dopo l’impronta

  • è necessario che l’impronta abbia uno spessore di almeno 5 mm per un migliore recupero elastico del materiale

Idrocolloidi irreversibili (alginati)

  • sviluppati per la scarsità di agar durante la II guerra mondiale

  • polvere mescolata con acqua, si forma il sol impiegato per prendere l’impronta

  • nella bocca il materiale passa allo stato gel attraverso una reazioni chimica irreversibile

  • in base alla velocità con cui la reazione sol-gel avviene ci sono gli alginati a presa rapida e gli alginati a presa normale

Vantaggi degli idrocolloidi irreversibili

  • di facile manipolazione

  • confortevoli per il paziente

  • costo contenuto

  • impronte con un buon grado di elasticità

  • buona precisione

Svantaggi degli idrocolloidi irreversibili

  • scarsa stabilità dimensionale

  • resistenza alla lacerazione inferiore rispetto a quella degli agar

  • minore precisione di riproduzione dei dettagli superficiali rispetto a quella degli agar

Componenti delle polveri di alginato

Composizione = alginato di Na o K, solfato di Ca diidrato, fosfato di Ba, farina fossile

 

Reazione di gelificazione

Reazione di gelificazione = trasformazione da sol a gel, in soluzione acquosa di un alginato solubile in alginato insolubile (alginato di K e alginato di Ca) ritardata tramite la presenza di un agente chimico

Proprietà degli alginati

  • buona idrofilia e bagnabilità

  • non in grado di riprodurre i più piccoli dettagli superficiali rispetto agli agar e agli elastomeri

  • resistenza a lacerazione < rispetto ad agar ed elastomeri

  • recupero elastico = 97.3%

  • modelli realizzati in gesso

  • una T alta accelera l’indurimento

Elastomeri da impronta

  • sono polimeri dotati di elevata elasticità in quanto a temperatura ambiente si trovano al di sopra delle loro T di transizione vetrosa

  • rispetto agli idrocolloidi presentano un maggiore costo ma hanno una maggiore resistenza alla lacerazione ed una migliore stabilità dimensionale delle impronte

  • vengono forniti sotto forma di: pasta base/pasta catalizzatrice, pasta base/liquido catalizzatore

  • nel cavo orale del paziente il materiale pastoso diviene elastomero mediante reazioni di reticolazione tra le macromolecole polimeriche

  • possono essere usati solo su denti asciutti

Classificazione degli elastomeri

Gli elastomeri si classificano in base alla consistenza:

  • tipo 0 = consistenza molto alta (putty), esso è formato da pasta base + catalizzatore

  • tipo 1 = consistenza alta (heavy-bodied)

  • tipo 2 = consistenza media (medium bodied)

  • tipo 3 = consistenza bassa (light bodied), è molto precisa ed è usata per le corone

Per una precisione maggiore, si deve fare il modello con le resine anziché il gesso

Tipi di elastomeri da impronta

  • polisolfuri

  • siliconi di condensazione

  • siliconi di addizione o polivinilsilossani

  • polieteri (tradizionali e vinilsinossaneteri)

Polisolfuri

  • pasta base = polimero polisolfuro a basso PM, costituito da macromolecole lineari con gruppi terminali e laterali solfidrici SH 

  • catalizzatore (reagente) = biossido di Pb

  • la reazione è esotermica ed è accelerata da un aumento di T ed umidità, è caratterizzata da una contrazione dovuta alla liberazione di molecole di H2O che aumenta al passare del tempo

  • il biossido di Pb conferisce radiopacità al materiale (residui visibile con raggi-x) ed ha effetti irritanti a carico dei tessuti molli

Vantaggi

  • costo minore di siliconi e polieteri

  • tempo di lavorazione lungo

  • buona resistenza a lacerazione

  • elevata flessibilità che facilita la rimozione dell’impronta dai sottosquadri

  • possono essere usati per arcate edentule e per protesi rimovibili

Svantaggi

  • necessità di un portaimpronta individuale

 

Siliconi di condensazione

  • quattro consistenze = bassa, media, alta, molto alta

  • pasta base = polimero siliconico liquido (polidimetilsilossano con gruppi terminali ossidrilici OH)

  • reazione chimica = c’è liberazione di alcol per evaporazione che porta ad una contrazione del materiale

  • la reazione è accelerata da un aumento di T ed umidità, la contrazione aumenta al passare del tempo

  • impronta bifasica = putty si contrae notevolmente, il light dal momento che ne viene posizionato una strato sottile, molto meno

Vantaggi

  • portaimpronta di serie con tecnica della doppia impronta

  • tempo di presa controllato tramite la quantità di reagente inserito

Svantaggi

  • maggiore contrazione da polimerizzazione

  • campo operatorio particolarmente asciutto per la notevole idrofobia

 

Siliconi di addizione

  • chiamati anche polivinilsilossani, pasta/pasta caratterizzati da 5 consistenze: molto bassa, bassa, media, alta, molto alta

  • pasta base = polimetilidrossisilossano (gruppi laterali metilici ed idrogeno)

  • reazione chimica = non vi è liberazione di altre sostanze, abbiamo solo una iniziale minima contrazione ed una successiva stabilità dimensionale

  • potrebbe esserci una liberazione di H che può dar luogo a microporosità nel gesso se questo viene colato subito dopo la presa dell’impronta, infatti è stato inserito nella composizione del silicone il palladio finemente disperso, in caso contrario bisogna aspettare un determinato lasso di tempo prima di colare l’impronta

  • la reazione chimica viene ostacolata se essi vengono maneggiati con guanti in gomma naturale (presenza di tiocarbammati) oppure se entrano in contatto con superfici toccate precedentemente dai guanti stessi (zolfo presente nella gomma inattiva il catalizzatore)

Esistono anche i polivinilsilossani idrofili che contengono tensioattivi non ionici che una volta trasferiti dalla superficie dell’impronta al miscuglio di H2O e polvere di gesso migliorano la bagnabilità della superficie dell’impronta stessa.

Vantaggi

  • materiali molto precisi

  • elevata stabilità dimensionale

  • recupero elastico elevato

  • portaimpronta di serie tramite la tecnica della doppia impronta

Svantaggi

  • costo elevato

  • rigidi

 

Polieteri

  • pasta/pasta di tre consistenze = bassa, media, alta

  • presenza nelle loro macromolecole di gruppi etere (atomi di ossigeno che fanno da ponte tra gruppi organici)

  • pasta base = polietere a basso PM

  • reazione chimica = porta alla trasformazione del materiale da pastoso a elastomerico

  • non vi è liberazione di altre sostanze, abbiamo solo una iniziale minima contrazione ed una successiva stabilità dimensionale

  • gli atomi di ossigeno presenti nelle catene della macromolecole creano interazioni dipolari con gli atomi di idrogeno presenti nelle molecole d’acqua con le quali l’impronta viene a contatto (elevata bagnabilità)

  • materiale molto rigido che può essere utilizzato su pazienti con sottosquadri

Vantaggi

  • materiali molto precisi

  • elevata stabilità dimensionale

  • recupero elastico elevato

  • portaimpronta di serie tramite tecnica della doppia impronta

Svantaggi

  • costo elevato

  • rigidi (utili per realizzare modelli recanti analoghi di laboratorio in implantologia)

  • molto idrofili

Proprietà generali degli elastomeri

  • tempo di miscelazione, di lavorazione e di presa

  • riproduzione dei dettagli

  • recupero elastico

  • stabilità dimensionale

  • rigidità

  • resistenza alla lacerazione

  • bagnabilità

  • compatibilità con i gessi per modelli

  • durata di inutilizzo

Penetratore di Vicat

Penetratore di Vicat = ago che penetra nel materiale al termine della miscelazione per valutare i tempi di lavorazione e di presa.

Questi tempi si riducono all’aumentare della viscosità dei prodotti, inoltre i tempi di lavorazione e di presa si riducono all’aumentare della T e dell’umidità

Viscosità

  • aumenta passando dai materiali a bassa consistenza a quelli con consistenza più alta

  • aumenta con il diminuire della temperatura

  • fattore importante per riprodurre i dettagli e ridurre il pericolo di inglobamento di bolle d’aria nelle impronte

  • dopo la miscelazione diminuisce se il materiale viene sottoposto a forze di taglio e pertanto il materiale può essere inserito sia nel cavo orale (solchi gengivali) che nel portaimpronta assumendo una diversa consistenza

  • polieteri = sono un fluido non newtoniano (una volta mescolati la viscosità cambia)

Tipi di miscelazione

  • a mano

  • con pistola/cartucce

  • automatica = il materiale miscelato è sottovuoto senza aria

Tipi di impronte

  • monofasica = si usano due materiali, light + putty

  • bifasica = va messa due volte

  • a strappo = i transfer rimangono collegati agli impianti dopo la rimozione

  • pick-up = i transfer rimangono inglobati all’interno del materiale da impronta dopo la rimozione

Riproduzione dei dettagli

i materiali a bassa e media consistenza sono più precisi di quelli ad alta e molto alta

Recupero elastico

Recupero elastico = la percentuale di ritorno alla forma originale, importante per valutare quanto il materiale sia in grado di recuperare la sua forma originaria dopo il superamento di un sottosquadro durante l’estrazione dell’impronta dalla bocca

Stabilità dimensionale

  • la contrazione dei materiali dipende dal tipo di reazione chimica di polimerizzazione

  • contrazione maggiore presentata dai siliconi di condensazione

  • a metà della contrazione rilevata dopo 24 h avviene durante la prima ora

  • la contrazione termica degli elastomeri è contrastata dall’adesione del materiale al portaimpronta

  • gli elastomeri da utilizzare in spessori sottili e se impiego polieteri e siliconi di addizione è necessario colare l’impronta a 30 minuti dalla sua esecuzione

Durezza

  • misurata con il metodo shore A, per ogni elastomero aumenta passando dai materiali a consistenza più bassa a quelli a consistenza più alta

  • più rigido è il materiale e maggiore è la forza impiegata per l’estrazione del portaimpronta

  • i polieteri sono gli elastomeri più duri

Transfer

Transfer = elemento che va attaccato alla fixture, ha delle scanalature per far aderire il materiale da impronta

Analogo

Analogo = elemento che va attaccato al transfer per fare il modello in gesso

Bagnabilità

  • gli elastomeri sono materiali idrofobi

  • il campo operatorio deve essere asciutto durante l’esecuzione dell’impronta ed anche durante la colata del gesso sulle impronte, al fine di evitare bolle d’aria in corrispondenza delle superfici dei modelli

  • misuro la bagnabilità tramite l’angolo di contatto che l’acqua forma con la superficie dell’elastomero e quanto più piccolo è l’angolo tanto più è bagnabile il materiale da impronta

  • la migliore bagnabilità la hanno i polieteri e i siliconi di addizione idrofili

  • per migliorare la bagnabilità di un elastomero posso spruzzarvi sulle sue superfici un umettante

Compatibilità con i gessi per modelli

  • la riproduzione dei dettagli dipende dalla bagnabilità dell’impronta, quindi la compatibilità migliore si ha con i polieteri ed i siliconi di addizione

  • durante lo sviluppo dell’impronta è necessario operare con attenzione al fine di non inglobare bolle d’aria nell’interfaccia tra impronta e modello ciò può provocare la formazione di vuoti sulle superfici del modello, che se dovessero interessare zone delicate quali i margini delle preparazioni dentarie porterebbero ad un manufatto non corretto

  • ci sono diversi tipi di gesso, e per ognuno di essi c’è un diverso tipo di materiale da impronta

Proprietà biologiche

  • buona biocompatibilità

  • le reazioni allergiche si hanno a reagenti di siliconi di addizione e ai polieteri

  • la permanenza di materiale da impronta nei solchi gengivali causa infiammazione

Manipolazione degli elastomeri da impronta

  • portaimpronta

  • miscelazione del materiale da impronta

  • esecuzione delle impronte

  • rimozione del portaimpronta dalla bocca e sua conservazione

  • costruzione del modello

Portaimpronta

  • per polisolfuri e siliconi di condensazione è necessario un portaimpronta individuale (quantità di materiale impiegato minore, quindi minore contrazione delle impronte). Questo perché abbiamo bisogno di uniformità di spessore (5 mm) di materiale

  • i portaimpronta si possono calibrare

  • per silicone di addizione e polieteri è sufficiente l’uso di portaimpronta di serie riutilizzabili o a perdere (materiali con una maggiore stabilità dimensionale)

 

Esecuzione delle impronte

  • i siliconi sono materiali idrofobi, pertanto è necessario asciugare adeguatamente i denti preparati ed i solchi gengivali prima dell’esecuzione dell’impronta

  • metodo della doppia miscela = si usano due materiali, uno con consistenza minore viene applicato direttamente attorno ai denti preparati tramite la siringa o il miscelatore a pistola mentre uno con consistenza maggiore viene applicato al portaimpronta. I due materiali si uniscono tra di loro e polimerizzano assieme mentre il portaimpronte è in bocca

  • metodo della miscela singola = impronta eseguita impiegando un materiale a consistenza media, sia applicato attorno ai denti preparati tramite siringa o miscelatore a pistola e sia sul portaimpronta

  • metodo della doppia impronta = eseguo dapprima un’impronta preliminare impiegando un materiale a consistenza molto alta (putting) con un portaimpronta di serie, in seguito applico il materiale a bassa consistenza (light) e lo inserisco sia sull’impronta presa precedentemente che sui denti preparati

 

Scanner

  • intraorale = impronta ottica intraorale

  • da laboratorio/banco = scansione di un modello in gesso o di un impronta. Esso è più preciso dello scanner intraorale

Scansione ottica = file stl > ricostruzione delle protesi

STL = Standard Tassellation Language

Radiografia = file dicom > ricostruzione volumetrica

La scansione acquisisce una serie di punti, che se zoomati mostrano dei triangoli che vanno a ricostruire l’immagine reale

Il parametro per quantificare la precisione di una scansione è l’accuracy (accuratezza)

Accuracy (accuratezza) = veridicità + precisione (trueness + precision)

 

CAD-CAM

CAD = computer aided design, disegno tecnico assistito, software che permette di modellare l’immagine scansionata

CAM = computer-aided manufacturing, progettazione assistita da computer

La fase CAM si usa per la realizzazione delle protesi.

In base al tipo di materiale possiamo ottenere protesi con:

Con la tecnologia CAD-CAM abbiamo un aumento della precisione e della durata, nonché un aumento della standardizzazione.

Procedura:

  1. acquisizione di un’immagine

  2. modellazione CAD

  3. invio alla stampante per la fase CAM

Radiologia digitale 3D = permette di acquisire un’immagine su diversi piani, in più essa ci permette di vedere tutta la parte interna (ma non i tessuti molli)

Nastrina

Nastrina = radiografia dei denti, può essere:

File .row = file di nastrina digitale non manipolabile

Protocollo convenzionale = metto protesi solo dove ho l’osso

Dima = mascherina che serve a riprodurre la situazione del paziente, per mettere la protesi. Hanno canali radiopachi visibili in radiografia

Dima radiologica = usata per la radiografia, ha delle palline di guttaperca

Dima chirurgica = struttura che permette di inserire la vite nel punto esatto in cui dovrebbe andare

Sia la dima che il modello della mandibola possono essere stampati

Protocollo digitale = serve per una chirurgia guidata

Scansione = permette di vedere i tessuti molli e i denti, ma non le parti interne

Radiologia + scansione = vado a sovrapporre la radiografia alla scansione, per ottenere più informazioni (i denti sono l’elemento in comune)

Ceratura digitale = permette di costruire la protesi digitale

Segmentazione del nervo = processo in cui si individua il canale alveolare del nervo mandibolare, per evitare di colpire il nervo durante l’operazione

Implantologia flapless = operazione senza lembi, più precisa e veloce

Accettabilità clinica = si ha perchè il materiale da impronta non riescono a rilevare i dettagli più piccoli

Lo scanner può essere più o meno preciso del materiale da impronta

Arcofacciale = strumento con cui prendo tre punti fissi di un paziente e individuo la posizione del mascellare all’interno del cranio

Con l’acquisizione di diversi file (jpeg + stl + dicom) ottengo un paziente digitale

Scansione digitale

Una luce strutturata o un fascio laser investe l’oggetto e la deformazione che la fonte luminosa subisce incontrando l’oggetto, intesa in termini di riflessione, viene catturata da un sensore di acquisizione e trasformata in una serie di punti. In questo modo sarà possibile da trasformare un modello 3D.

 

TAD

TAD = technician aided design

Ceratura diagnostica = faccio un modello in cera

Mock-up = dopo la ceratura con la resina, inserisco il modello in bocca al paziente per vedere come va

Un’impronta perfetta deve:

Le scansioni digitali sono sensibili (come i materiali da impronta) alla contaminazione da parte di fluidi e sangue. Questo può essere registrato come un’imprecisione o lasciare un vuoto nella scansione. Lo scanner legge quello che vede

Fili di retrazione = fili da mettere intorno al dente per spostare il tessuto molle e farlo leggere meglio dallo scanner

Come faccio a vedere se un’immagine è stata scannerizzata bene? L’immagine, una volta zoomata, deve essere molto densa

File .ply = file di una scansione a colori

 

Scanbody

Scanbody = cilindro da mettere sull’impianto, per prendere l’impronta degli impianti. Esso è composto da una base in titanio e un’estremità in resina (PEEK, che non riflette la luce dello scanner)

 

Procedura per scanbody

  1. scan ST = scansione del tessuto molle, maggiore è lo scanner maggiore sono le informazioni raccolte. Per questa scansione parto dal palato e poi vado sull’arcata inferiore. Nella parte linguale interna bisogna mettere lo scanner inclinato. Più impianti ci sono più la scansione è facile. Maggiore è l’area dello scanbody, migliore è la scansione. La scansione è influenzata dalla T

  2. scansione dello scanbody

Dopo aver scansionato la scanbody, visto che ho il modello dello scanbody (come file progetto, .nurbs), posso sostituirlo nel file stl di partenza per avere informazioni più precise.

Per una scansione di un impianto prendo tre impronte: tessuti molli, impianto, scanbody. In questo modo ho diverse informazioni, un elemento in comune (il palato) e posso creare il paziente virtuale

 

Gessi dentali

Proprietà richieste ai materiali per modelli

 

Gesso naturale

 

Impieghi principali dei gessi dentari

 

Gessi dentali

 

Produzione di gessi dentali

 

Lavorazione del gesso

  1. frantumazione

  2. cottura o calcinazione

  3. macinazione

  4. setacciatura

 

Frantumazione

Frantumazione = riduzione in pezzi più piccoli dei blocchi della cava e purificazione da sostanze estranee

 

Cottura

Cottura = riscaldamento per eliminare l’acqua di cristallizzazione (disidratazione). Essa può essere effettuata:

 

Macinazione

Macinazione = si ha l’essicazione del semi-idrato e la riduzione in polvere nel frantoio

 

Setacciatura

Setacciatura = le polveri vengono setacciate e rimacinate, vengono aggiunti degli additivi

 

Tipi di gessi

Anidrite solubile = riscaldata fino a 200 °C

Anidrite insolubile = riscaldata oltre 200 °C

 

Gesso

 

Gesso

 

Gesso modificato

 

Reazione di presa

Reazione di presa = è l’opposto della cottura e sviluppa calore (esotermica). Essa è determinata dalla differenza di solubilità tra il solfato di calcio semi-idrato ed il biidrato

Solfato di calcio semiidrato + H2O solfato di calcio biidrato + Q

 

Tempo di presa

Tempo di presa = è il tempo che intercorre tra l’inizio della miscelazione e la presa finale.

Misure convenzionali del tempo di presa

 

Metodo Gilmore

Metodo Gilmore = utilizza due aghi di peso diverso (P1 e P2). Si dice:

 

Metodo Vicat

Metodo Vicat = utilizza un solo ago molto sottile di 300g. Si dice tempo iniziale di presa il tempo che intercorre tra l’inizio della miscelazione e il momento in cui l’ago non riesce più a penetrare nell’impasto. Esso corrisponde al tempo iniziale di presa di Gilmore

Fattori che influenzano il tempo di presa

 

Tipi di gessi dentali

Sono di cinque tipi: I, II, III, IV, V

 

Gesso di tipo I

 

Gesso di tipo II

 

Gesso di tipo III

 

Gesso di tipo IV

 

Gesso di tipo V

 

Requisiti dei gessi dentali

 

Fattori che influiscono sul tempo di presa

Manipolazione dei gessi dentali con miscelazione

Essa può essere: manuale o meccanica (ci sono meno problemi di quella manuale)

 

Miscelazione manuale

C’è il pericolo di bolle d’aria incorporate nel miscuglio: vuoti interni e superficiali nel gesso indurito

 

Cere dentali

 

Classificazione

 

Proprietà generali delle cere

 

Intervalli di fusione

 

Conduttività e dilatazione termica

 

Proprietà meccaniche

 

Plasticità

 

Scorrimento viscoso

 

Tensioni interne residue

 

Recupero elastico

 

Cere per modellati

Vallo occlusale = placca in cera che va montata sopra la placca in resina per registrare l’altezza di un paziente edentulo

 

Cere per fusione

Intarsio = protesi a metà tra corona e otturazione, è un restauro indiretto

 

Cere di classe I (tenere)

 

Cere di classe II (dure)

 

Cere speciali

 

Cere per placche base

 

Cere da lavorazione

 

Cere collanti

 

Cere per sottosquadri

 

Cere da inscatolamento

 

Cere di utilità

 

Cere indicatrici

 

Cere in polvere

 

Connettore = zona di collegamento tra due denti

 

Cementi in odontoiatria

Sono usati per: protesi, conservativa, pedodonzia, endodonzia, ortodonzia

 

Cementazione

Cementazione = è il legame tra il dente preparato e il manufatto protesico.

Basta un piccolo errore procedurale, come inglobare un pezzo di cemento indurito non rimosso dalla piastra di miscelazione, per non fare assestare perfettamente una corona.

Essa può essere di tre tipologie: provvisoria, semi definitiva, definitiva

 

Cemento

 

Classificazione del cemento in base al legame

 

Caratteristiche di base dei cementi utilizzati in protesi fissa

 

Classificazione

Un altro metodo impiegato per la classificazione dei cementi ne prevede la suddivisione in base alla capacità di legarsi ai tessuti duri dentali.

I cementi non adesivi (ossifosfato di zinco e policarbossilati di zinco) non hanno alcuna potenzialità di legame a smalto e dentina.

Quelli adesivi e possono legarsi in modo intrinseco ai tessuti duri per mezzo di uno scambio ionico, realizzando un’adesione chimica o sfruttando un’interconnessione micromeccanica basata su un condizionamento del substrato (mordenzatura, non applicabile a moncone in metallo). Gli adesivi sono: vetroionomerici, vetroionomerici modificati con resina e cementi compositi resinosi.

Poi ci sono i cementi compositi che si legano per via micromeccanica

 

Cementi non adesivi

Ossifosfato di zinco

 

Policarbossilato di zinco

 

Cementi all’ossido di zinco con e senza eugenolo

Si usano per:

 

Perimplantite = perdita d’osso intorno all’impianto

I cementi provvisori vengono usati negli impianti pechè si solubilizzano se rimangono vicino alle gengive

I cementi provvisori vanno bene nei restauri perchè il moncone è metallico quindi la presa è migliore

 

Cementi adesivi

Vetroionomeri

 

Cementi compositi

Sono costituiti da monomeri polifunzionali basati su dimetacrilato e contengono un riempitivo inorganico di vetro fine. La loro composizione è analoga ai materiali compositi restaurativi diretti, impiegati in conservativa, ma la quantità di riempitivo è minore.

I cementi resinosi sono disponibili in diverse formulazioni, per la formazione della matrice  polimerica sfruttano differenti modalità di polimerizzazione:

Le proprietà adesive dei cementi compositi sono primariamente determinate dalla tipologia del sistema adesivo a cui essi sono accoppiati. Le tecniche adesive e la loro efficacia si differenziano notevolmente in base alla tipologia del substrato: smalto o dentinale.

Lo smalto è il miglior substrato adesivo.

La dentina può essere vitale o non vitale, in base al tipo viene mordenzata in modo differente.

Prima di applicare questo tipo di cemento bisogna preparare il dente.

Inizialmente si rimuove la dentina o lo smalto con gli strumenti, e ciò forma uno strato di detriti (smear layer), costituito da materiale inorganico incorporato in una matrice organica, tenacemente adeso alla superficie sottostante.

Ci sono due modi per trattare lo smear layer, alla base tra l’altro dell’attuale classificazione dei sistemi adesivi:

In entrambe le metodiche l’adesione è micromeccanica e basata sulla creazione di una zona di interdiffusione tra il sistema adesivo e la dentina, detta strato ibrido (hybrid layer).

Nei sistemi self-etch, lo smear layer viene parzialmente demineralizzato, conservato e incorporato nella resina che lo attraversa fino a raggiungere la dentina sottostante; lo strato ibrido sarà quindi costituito da fibre collagene dentinali non dissolte, resina e residui dello smear layer.

 

Radiologia

Ci sono due tipi di esami:

 

Esame di primo livello, in odontoiatria è fondamentale per:

 

Tecniche endorali

 

Proiezioni periapicali

Forniscono un’immagine nitida del dente nel suo insieme e delle strutture ossee adiacenti.

Con questa tecnica non ci sono sovrapposizioni, distorsioni o perdita di piccoli dettagli

 

Bite-wings

 

 

Proiezioni occlusali

Full radiografico

Full radiografico = esame endorale completo, composto dall’insieme dei vari esami radiografici. Esso è usato per rilevare la parodontite (perdita di osso)

 

Incidenza orto-occlusale superiore

Incidenza orto-occlusale superiore = studia isolatamente l’arcata superiore, consentendo la localizzazione di un elemento incluso e/o l’estensione di una lesione e le sue conseguenze in senso vestibolo-palatino

 

Incidenza orto-occlusale inferiore

Incidenza orto-occlusale inferiore = studia isolatamente l’arcata mandibolare ed il pavimento della bocca. Risulta molto utile per la visualizzazione dei calcoli salivari

 

Tecniche extra-orali

Le loro immagini non comprendono solo i denti, ma si estendono alle formazioni poste intorno e al di fuori delle arcate dentarie.

Le principali sono:

• ortopantomografia o panoramica (OPT)

• proiezioni craniche

• teleradiografie cefalometriche (radiografia laterale, utilizzata per rilevare le malocclusioni)

• stratigrafie

 

Ortopantomografia (OPT) o panoramica

Panoramica = esame dell’intera arcata in 2D, con dei contro: sovrapposizione dei piani, mancanza di profondità, distorsione delle forme (i settori laterali vengono distorti)

Il tecnico/ingegnere può segmentare il decorso del nervo alveolare inferiore

Limiti tecnici e artefatti

 

Diagnostica per immagini digitale

La sorgente di raggi X è la stessa della diagnostica per immagini convenzionata con pellicola.

L’immagine digitale è composta da pixel, ed è tanto più definita quanto maggiore è il numero di pixel

Le pellicole della radiografia digitale sono diverse da quelle della radiografia tradizionale, hanno un sensore che legge i raggi-x e li trasforma in segnale elettrico.

L'immagine radiografica digitale viene poi visualizzata istantaneamente sul monitor.

Vantaggi

Svantaggi

 

Tomografia computerizzata (TAC o TC)

Le immagini prodotte sono il prodotto di una rielaborazione computerizzata dei dati assorbiti dai raggi-x attraverso una sezione del corpo umano. Infatti, essa va a scansionare solo una parte di corpo. È un esame di secondo livello

 

Densità radiografica

Essa varia da tessuto a tessuto, da persona a persona, ed è espressa in unità HU

La mappa delle densità radiografiche di ciascuna sezione viene convertita in un’immagine in scala di grigi secondo parametri di densità e di contrasto variabili per le diverse strutture in esame (finestra TC).

 

Dentalscan

È un esame 3D (in parte sostituito dalla CBCT) che correla le scansioni adiacenti e le

immagini ricostruite sul piano perpendicolare, consentendo un soddisfacente livello di precisione.

Esso scansiona un piano e fornisce una ricostruzione 3D della parte scansionata. Infatti è essenziale la scelta del piano di scansione, esso determina in modo sostanziale e non modificabile i piani delle ricostruzioni coronali e parasagittali, perpendicolari della scansione.

Le ossa mascellari devono essere studiate separatamente, poiché presentano un’angolazione diversa dal piano assiale.

I vantaggi di usare il dentalscan sono:

Fasi di una scansione con dentalscan

 

CBCT

CBCT = tomografia computerizzata cone beam o a fascio conico è una tecnica di imaging in cui una tomografia computerizzata viene realizzata mediante dei raggi X a forma di cono.

Essa scansiona un cono 3D e fornisce immagini tridimensionali (a differenza della TAC che acquisisce un piano), fornisce meno radiazioni e si possono fare delle misurazioni e delle ricostruzioni.

Il risultato finale dell’elaborazione non sono solo i volumi in 3D ma anche immagini ricostruite multiplanari (MPR) che possono essere valutate secondo i tre piani standard: assiale, coronale e sagittale.

Inoltre è una procedura accettata per ricostruire una curva panoramica all’interno delle arcate dentarie che è simile a un’immagine panoramica in 2D, se non per la mancanza delle strutture sovrapposte.

I vari tagli che si possono fare possono essere spostati o inclinati per ottenere più informazioni.

In più si può stabilire la distanza tra le varie cross-action, oltre alla segmentazione del nervo alveolare inferiore e ad individuare la distanza dal dente del giudizio.

Vantaggi:

Svantaggi:

Effetto scattering = quando le radiazioni colpiscono la materia vengono disperse

MAR = algoritmo che fa una ricostruzione dei denti, ma non parte dalla radiologia e può perdere delle informazioni

 

Voxel

Voxel = unità del volume, costituito da un cubo che presenta tutti i lati della stessa misura (isotropico). Al ridursi della dimensione del voxel si ottiene un’immagine più dettagliata ma un aumento della dose radiogena fornita al paziente.

Più voxel con volumi piccoli danno una precisione maggiore di un voxel con volume grande.

 

Fov

Fov (Field Of View) = è il campo visivo coperto dal fascio conico della CBCT.

In base alla scelta del FOV il paziente assorbirà più o meno radiazioni.

 

Sievert (Sv)

Sievert (Sv) = unità di misura della dose equivalente di radiazione ed è una misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo

 

Implantoprotesi

Sono molto importanti la qualità e la quantità dell’osso.

L’osso può essere diviso in base alla qualità:

L’osso può essere classificato in base al riassorbimento che subisce:

Riassorbimento osseo = fenomeno in cui l’osso alveolare si ritira a causa della perdita del dente.

Mandibola = osso più corticalizzato rispetto al mascellare. Dalla mandibola al mascellare diminuisce la densità ossea

 

Restauro indiretto = protesi o intarsi o faccette, tutto ciò che non è fatto dal medico

Restauro diretto = otturazioni e tutto ciò che fa il medico in bocca al paziente

 

Impianto dentale

Impianto dentale = dispositivo medico di tipo chirurgico utilizzato per riabilitare funzionalmente ed esteticamente la perdita di uno o più denti. Permettendo il sostegno di un sostituto protesico tramite il supporto diretto dell’osso mediante osteointegrazione. Il contatto osso impianto non è uniforme, l'osteointegrazione dipende dalla BIC

BIC

BIC = è la percentuale di contatto diretto osso/impianto

 

Tipologie di impianto

implanto-mucoso

 

Stabilità primaria = forza di avvitamento dell’impianto all’interno dell’osso

Principi per garantire una buona osteointegrazione

Biocompatibilità

Biocompatibilità = capacità di una protesi impiantata nel corpo di armonizzarsi con i tessuti circostanti senza causare deterioramento o infezioni

Protesi su impianti

La radice dell’elemento mancante viene sostituita da un impianto in titanio e su questo viene cementato o avvitato l’elemento protesico

Forma dell’impianto

Superficie dell’impianto

Parti di una protesi

Parti fixture/impianto

Circonferenziale = distanza tra osso e impianto

Carico immediato = si riesce ad inserire l’impianto senza dover aspettare la stabilità primaria

Una maggiore quantità di osso midollare e una minore di osso corticale ci danno un osso perfetto per posizionare l’impianto

Microgap = zona del collo dell’impianto non eliminabile (si trova all’interno del modulo crestale), esso è il punto di inzio di tutti i problemi infiammatori dell’impianto

Esagono esterno = l’esagono si trova al di sopra del modulo crestale (piattaforma implantare)

 

Tipi di connessione impianto-abutment

 

Nella connessione cementata c’è il collare transmucoso

Collare transmucoso = serve per non cementare i tessuti molli con cemento definitivo e chiude il microgap, si crea un’ampia zona di interfaccia ed ha un’altezza tale da simulare i tessuti molli

 

Connessione conometrica

Il moncone implantare si inserisce con forza nella fixture (se fatto bene è molto duraturo, altrimenti si stacca continuamente) attraverso un accoppiamento di due superfici coniche

Connessione conometrica avvitata

Alla fine del cono si può mettere un esagono, che si regge meglio del solo esagono grazie alla parte conica

 

Tipi di corone

 

Ceramiche dentali

Ceramica = materiale inorganico non metallico molto duttile allo stato naturale, rigido dopo la fase di cottura

 

Composizione chimica

Zirconia

Altri ossidi metallici: ossidi come il diossido di titanio () e ossidi di metalli di transizione

vengono talvolta aggiunti per modificare il colore e le proprietà fisiche della ceramica.

 

Feldspati

Feldspati = sono un gruppo di minerali silicati che contengono alluminio, sodio, potassio e, a volte, calcio.

Utilizzo nelle ceramiche: i feldspati agiscono come fondenti durante il processo di cottura delle ceramiche. Aiutano a ridurre la temperatura di fusione del materiale e contribuiscono a

formare il vetro nella ceramica, migliorando così le proprietà di traslucenza e resistenza.

Essi:

Quarzo

Quarzo = è un minerale composto da biossido di silicio ().

Utilizzo nelle ceramiche: il quarzo fornisce struttura e resistenza alla ceramica. Nella ceramica dentale, aiuta a creare una struttura robusta e resistente all'usura.

Caolino (Argilla di Caolino)

Caolino, o argilla cinese = è un minerale argilloso

Utilizzo nelle ceramiche: contribuisce alla bianchezza e alla lavorabilità della pasta ceramica, oltre a migliorare la resistenza dopo la cottura.

 

Caratteristiche della ceramica odontoiatrica

Biocompatibilità: non provoca reazioni avverse quando viene inserita nel corpo umano.

Resistenza: deve essere abbastanza resistente da sopportare le forze di masticazione.

Estetica: la ceramica può essere colorata e modellata per assomigliare molto ai denti naturali, rendendola ideale per restauri visibili come corone e faccette.

Resistenza all'abrasione: è importante che la ceramica sia resistente all'usura per garantire la longevità del restauro.

Compatibilità termica: deve avere un coefficiente di espansione termica simile a quello dei

denti naturali per prevenire danni dovuti a cambiamenti di temperatura.

Resistenza alla corrosione: le ceramiche dentali sono altamente resistenti alla corrosione, il che è cruciale per la longevità dei restauri dentali in un ambiente umido e chimicamente attivo come la bocca.

Stabilità termica: hanno una buona stabilità termica, il che significa che non subiscono

alterazioni significative in risposta a variazioni di temperatura nella bocca.

 

Legami dei materiali ceramici

Questi legami sono responsabili della grande stabilità della ceramica e le conferiscono proprietà molto utili, come la durezza, l’elevato coefficiente di elasticità, la resistenza al calore e all’attacco chimico. Le ceramiche sono però fragili

 

Metalli vs ceramiche

Metalli

Nei metalli avviene la deformazione plastica, in quanto gli atomi cambiano la loro posizione senza rottura dei legami, grazie alla natura non direzionale del legame stesso. Gli atomi coinvolti nel legame metallico hanno una carica negativa distribuita attorno alla loro superficie e gli elettroni non sono legati ad un singolo atomo

Ceramiche

A causa dei legami ionico/covalente i materiali ceramici non possono deformarsi sotto tensione e si rompono

 

Struttura dei materiali ceramici

In base al livello atomico:

In base alla loro compattezza:

 

Proprietà generali dei materiali ceramici

 

Tipologia di ceramica

La differenza tra i vari tipi è la concentrazione di particelle vetrose, che diminuisce gradualmente dal primo all’ultimo.

Minore è la concentrazione di particelle vetrose e maggiore è la resistenza, ma sono minori le proprietà ottiche e l’adesività.

Ceramiche vetrose

Sono le ceramiche dentali che meglio simulano le proprietà ottiche dello smalto e della dentina. Hanno una struttura amorfa, non c’è un ordine a lungo raggio ma permane solo quello a corto raggio.

Le ceramiche feldspatiche appartengono a questa tipologia

Usi: per faccette o realizzazione di intarsi

 

Ceramiche vetrose rinforzate

Particelle di riempitivo sono aggiunte alla base vetrosa per migliorarne le proprietà  meccaniche e per controllarne gli effetti ottici come l’opalescenza, il colore e l’opacità.

I riempitivi sono solitamente cristallini.

Le ceramiche vetrose rinforzate hanno una microstruttura multifase (parte amorfa + parte cristallina).

Ci sono due tipi di riempitivi:

- leucite = ha permesso di creare ceramiche compatibili con le sottostrutture metalliche grazie al suo alto coefficiente di espansione/contrazione.

- disilicato di litio = ha permesse di raggiungere livelli di resistenza maggiori rispetto alle altre ceramiche rinforzate.

Grazie alla buona traslucenza (prendono il colore dell’elemento che sta sotto) e all’elevato numero di tinte disponibili possono essere usate sia come materiali monolitici (una ricostruzione di un dente intero) che come sottostrutture per restauri ceramici dei settori anteriori e posteriori.

 

Ceramiche policristalline

Le ceramiche policristalline sono prive di componenti vetrose ed hanno, per questo motivo, scarse proprietà estetiche. Tutti gli atomi sono raggruppati secondo uno schema regolare  che rende il materiale denso e maggiormente resistente alla frattura.

Esse non sono mordenzabili quindi non sono adesive.

Sono prodotte con sistemi CAD-CAM e si lavorano con metodi sottrattivi (fresatura)

Grazie alla loro elevata resistenza, sono usati come sottostruttura per poi essere ricoperti con ceramiche vetrose che hanno maggiori proprietà estetiche.

Le ceramiche policristalline sono:

 

Ceramiche mordenzabili

Sono ceramiche che contengono silicio e possono essere cementate adesivamente dopo mordenzatura con acido fluoridrico al 5% ed applicazione di silano (un cemento composito).

Mordenzatura pesante su ceramica policristallina e più leggera sui feldspati.

Per le cementazioni adesive si usa un cemento composito e in base al tipo di ceramica uso un tipo di cemento diverso.

Le proprietà principali per la cementazione sono:

 

Ceramiche non mordenzabili

Ceramiche che non contengono silicio e possono essere cementate adesivamente solo dopo trattamento tribochimico (Cojet o Rocatec) per aumentare la quantità di siti che possono legare con il silano.

 

Proprietà delle ceramiche

Modulo elastico = rapporto tra tensione e deformazione in campo elastico lineare

Resistenza meccanica o modulo di rottura = tensione che provoca la rottura del materiale (MOR)

Tenacità o resistenza alla frattura = capacità di un materiale contenente un crack di resistere alla propagazione della frattura

Durezza = resistenza alla penetrazione da parte di un corpo più duro

Chipping = sfaldamento della struttura superficiale del materiale da stratificazione. Mentre il restauro monolitico va a danneggiare la sottostruttura o il dente antagonista

 

Zirconia

Zirconia = è chimicamente un ossido metallico (ossido di zirconio) e tecnologicamente un materiale ceramico, non solubile in acqua, non citotossico, con una bassa adesione batterica e radiopaco

Zirconio = metallo

 

Proprietà della zirconia

 

Struttura molecolare

La zirconia esiste in diverse forme cristalline (polimorfismo), a seconda della temperatura:

1) monoclina = temperatura ambiente, forma meno stabile

2) tetragonale = temperature più elevate (< T di fusione), più stabile della monoclina

3) cubica = a temperature ancora più elevate (< T fusione), forma più stabile di tutte

Se si abbassa la T, la zirconia cambia forma e torna alla forma a cui si trova la T

La zirconia può essere stabilizzata con gli ossidi per mantenere la forma tetragonale anche quando la T viene abbassata.

 

Caratteristiche della zirconia

 

Stabilizzanti della zirconia

Ce ne sono diversi, quello principale è l’ossido di ittrio, che stabilizza la zirconia nella forma tetragonale a T ambiente. La formula della zirconia così diventa Y-ZTP (Zirconia Tetragonal Polycrystal)

 

Aging

Aging = processo che comporta una trasformazione graduale della zirconia dalla sua

fase tetragonale stabilizzata (presente a temperatura ambiente) alla fase monoclina, che è meno stabile e più propensa a danneggiarsi.

 

Causa dell’aging

 

Transformation toughening

Transformation toughening (indurimento per trasformazione di fase) = è un meccanismo che aumenta la tenacità, migliorando notevolmente la resistenza a frattura del materiale. Le varie fasi sono:

1- trasformazione di fase sotto sforzo = nella zirconia stabilizzata, il meccanismo di indurimento per trasformazione di fase si verifica quando la fase tetragonale del materiale (stabile a temperatura ambiente) si trasforma in fase monoclina sotto l'azione di uno sforzo o di una tensione. Quando si verifica una frattura o una crepa, la tensione concentrata attorno all'apice della crepa induce questa trasformazione di fase.

2- aumento del volume e assorbimento di energia = la trasformazione dalla fase tetragonale alla fase monoclina è accompagnata da un aumento del volume. Questo aumento di volume attorno alla punta della crepa genera una compressione che tende a chiudere la crepa, ostacolando così la sua propagazione. Questo processo assorbe energia, rendendo più difficile per la crepa progredire ulteriormente. Di conseguenza, la tenacità del materiale (la sua resistenza alla frattura) aumenta significativamente.

Implicazioni in odontoiatria

Questo fenomeno è particolarmente vantaggioso per la zirconia utilizzata in protesi dentali come corone e ponti. Aumenta la resistenza meccanica del materiale, riducendo il rischio di fratture sotto carico masticatorio.

 

Amalgama

Amalgama = lega di Hg + Ag + Cu + Sn + Zn usata per restauri diretti. Essa si ottiene per miscelazione tra polvere e liquido (rapporto 1:1).

La quantità di Hg presente dipende dalla forma, una forma sferica consente la minor quantità di Hg.

Caratteristiche dell’amalgama

Le caratteristiche dell’amalgama dipendono dai vari componenti:

Altre caratteristiche

Comportamento dell’amalgama

Il comportamento dell’amalgama viene valutato in rapporto a:

Cambiamento dimensionale

Durante la presa l’amalgama va incontro a tre distinti cambiamenti dimensionali:

1) contrazione iniziale dovuta all’assorbimento del mercurio

2) crescita e formazione dei cristalli della matrice

3) contrazione ritardata della massa

Fattori che inducono il cambiamento dimensionale

Fattori che modificano la resistenza di un amalgama

Insuccesso clinico

Lati negativi dell’amalgama

Questi dipendono da tre fattori:

Microcrack = frattura che si propaga all’interno della polpa sotto l’amalgama

 

Classi di Black

Classi di Black = usate inizialmente per fare le otturazioni, oggi identificano la posizione delle carie. Sono sei:

 

Materiali compositi

Materiali compositi = sono costituiti da tre fasi:

Matrici

Bis-GMA = monomero viscoso ad alto peso molecolare, matrice più viscosa (reazione tra bisfenolo A e due molecole di Glicidil-MetAcrilato GMA)

TEG-DMA = aggiunto al Bis-GMA per ridurre la viscosità e garantisce una maggior incorporazione del riempitivo e un maggior grado di conversione

UDMA = un riempitivo che permette un maggior grado di conversione

 

Agente legante

Quella dei silani è una famiglia di cui fanno parte una serie di molecole accomunate tutte dal fatto di possedere un doppio gruppo funzionale: metacrilico da un lato, per legare i monomeri della matrice, silanico dall’altro, per legare le particelle di riempitivo

 

Filler o riempitivo

Inibisce la deformazione della matrice e riduce il coefficiente di dilatazione termica.

Le proprietà fisiche del composito migliorano grazie ai riempitivi; tuttavia, le caratteristiche del composito cambiano in base al materiale, alla superficie, alle dimensioni, al carico, alla forma, ai modificatori di superficie, all'indice ottico, al carico del riempitivo e alla distribuzione delle dimensioni.

Le particelle di filler sono prodotte in diversi modi:

In base alla loro natura chimica, li distinguiamo in due gruppi:

Nuovi riempitivi

Ceramiche monocristalline nitrosilicee di forma allungata

La loro forma allungata sarebbe particolarmente vantaggiosa nel prevenire la propagazione di microcrack.

La loro resistenza risulta di gran lunga superiore a quella delle particelle vetrose e delle fibre

 

Compositi nanoriempiti

Le particelle sono sinterizzate fino a raggiungere dimensioni ancora più piccole, dell’ordine

dei nanometri.

Processo sol-gel = rivestendo le particelle con silano quando esse si trovano ancora nella fase sol. Successivamente il solvente a base acquosa viene rimosso. La caratteristica fondamentale di questa polvere disidratata è che può essere dispersa nuovamente in una resina

 

Legame matrice-filler

Le macroparticelle hanno legami più forti rispetto alle nanoparticelle

 

Classificazione Lutz e Philips

Particelle di dimensione diversa consentono di massimizzare il “filler loading”. Le microparticelle inoltre migliorano la maneggevolezza e riducono l'appiccicosità

 

Classificazione in base al riempitivo

Macroriempiti = hanno le macroparticelle, esteticamente poveri con elevata resistenza

Microriempiti = hanno le microparticelle, esteticamente validi ma con bassa resistenza

Ibridi = con micro e macro particelle, qualità intermedie rispetto ai precedenti ma difficili da lavorare

Microibridi = con microparticelle di differenti dimensioni, estetica e resistenza ottimali

Nanoriempiti = con nanoparticelle, ottima estetica, ottime caratteristiche fisiche, riduzione di contrazione da polimerizzazione

 

Materiali compositi in odontoiatria

Il composito dentale è costituito da una matrice di resina e materiali di riempimento (vetro-silicati). Gli agenti di accoppiamento vengono utilizzati per migliorare l’aderenza della resina alle superfici di riempimento.

Ci sono diversi sistemi di attivazione che sono: calore, sostanze chimiche e fotochimiche

Il composito non deve entrare in contatto con la saliva

Attualmente ci sono i compositi nanoriempiti, ma hanno dei problemi, e quindi si preferiscono i compositi ibridi

I compositi devono essere radiopachi

Si stanno cercando di produrre compositi a bassa contrazione (low-shrinkage), poiché una contrazione eccessiva può causare shrinkage stress, frattura e ipersensibilità

 

Grado di conversione/polimerizzazione

Grado di conversione/polimerizzazione = percentuale di monomeri che diventano polimeri, più è alto e più il materiale è performante. Se è basso si ha:

Polimerizzazione/conversione

Nei compositi autopolimerizzanti, l’iniziatore più diffuso è il perossido di benzoile.

In quelli fotopolimerizzati è generalmente il canforochinone (CQ).

 

Endodonzia

Necrosi pulpare = si ha quando la polpa viene infettata e si riassorbe

Ritrattamento = dente che deve essere nuovamente devitalizzato, può essere di due tipi:

- ortogrado = via tradizionale, vado ad usare la stessa via di prima

- retrogrado = faccio la devitalizzazione partendo dall’apice

Strumentario endodontico

Diga e suoi accessori

Diga = foglio di gomma per isolare il dente da trattare

Pinza fora diga = permette di fare dei fori nella diga

Uncini = elementi per far agganciare la diga alla bocca

Strumenti per la cavità di accesso

Irriganti

Molto importante è la forma dell’ago, il quale può essere con l’apertura piatta oppure con l’apertura a lato. L’apertura a lato riduce la probabilità di iniettare involontariamente fuori apice parte della soluzione irrigante.

Guttaperca = non è adesiva, aderisce in maniera ritentiva (bisogna dare una forma conica)

 

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari